La sindrome di Noè ( VERSIONE TESTUALE )Teano è un comune della provincia di Caserta. Famoso. Perché qui, il 26 ottobre 1860, è avvenuto l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II (il Re galantuomo), ultimo re di Sardegna e primo re d'Italia. Infatti Garibaldi, dopo aver consegnato al sovrano il Regno delle Due Sicilie, da lui conquistato con l'impresa dei Mille, lo salutò come re d'Italia.
Meno conosciuto è il fatto che il canile di San Marco, vicino a Teano, si presentava come un cimitero horror: ossa di cani in box luridi, ratti decomposti lungo i recinti… Una scoperta terribile. Fatta dalle due figlie di una ricca signora di Napoli che aveva trasformato la bella e signorile dimora di famiglia, in un braccio della morte: cani e gatti, oche e asini, pecore e altri animali erano stati ammassati, per ben tre lustri, dalla donna. Che era stata colpita da un (insospettabile) killer: l'animal hoarding, o sindrome di Noè. Un disturbo della mente. Grave. Che spinge ad accumulare, in modo ossessivo, esemplari di animali e al contemporaneo rifiuto di ogni e qualsiasi ingerenza esterna. In tal modo trasformando un aspirante benefattore in un (inconsapevole) carnefice.
La disposofobia spinge ad accumulare in casa oggetti di ogni genere, dai giornali ai contenitori del cibo in scatola, fino a che il soggetto non ne viene sopraffatto.
È dal mese di maggio di questo 2013 che l'hoarding disorder è stato inserito nel Manuale diagnostico dei disturbi mentali. La sindrome si presenta spesso accompagnata da altri disturbi di tipo depressivo e dissociativo. Vi è insomma una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti. Bisogna districare per bene l'ingarbugliata matassa affinché la persona possa ri-acquistare una buona qualità della vita. Perché una cosa è certa: chi soffre di questo disturbo psicotico, se lascia soffrire una moltitudine di animali, è certo in grado di intendere ma, di sicuro, non è in grado di volere.
I soggetti colpiti sono soprattutto donne. Anche colte. La signora di Teano, per dire, mentre si consumava la strage silenziosa dei suoi protetti, ascoltava la lirica. E, in una sola estate, una epidemia spazzò via trecento dei suoi cani. Eppure il suo era nato come un rifugio modello per animali: era dotato persino di pozzi muniti di depuratori dei liquidi con filtri speciali che ne trattenevano le impurità. Sì, perché la signora era molto ricca: aveva vinto una controversia legale con il Comune di Ischia che le aveva dovuto versare settantacinque miliardi di vecchie lire per un'area che le aveva espropriato pagandola solo qualche centinaio di milioni. Comunque meno di mezzo miliardo. Il Comune rischiò il crac; la signora perse il controllo di quella fortuna, divorata com'era dalla sindrome di Noè.
Sempre vicino a Teano venne trovata un'altra signora nelle stesse condizioni: era la cugina del Premio Nobel Rita Levi Montalcini. I pochi cani sopravvissuti nel suo canile finirono in quello della signora ricca. Che adesso è sotto cura perché non si rende conto, in modo responsabile, dei maltrattamenti indicibili cui sottopone gli animali.
Ermanno Antonio Uccelli
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