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venerdì 22 novembre 2024 | 10:33
 Edizione del 18/05/2015
 
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Nel regno della silicosi
La miniera di Collio ha riaperto i battenti domenica scorsa 10 maggio, con una spettacolare inaugurazione
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Nel regno della silicosi
( VERSIONE TESTUALE )

Oltre al nuovo allestimento, mirato a valorizzare l’esposizione di reperti del mondo minerario, sono tornati fruibili i trekking minerari, un percorso di circa due chilometri che, con le condizioni ideali consente di passeggiare nella miniera “al naturale”, senza dimenticare il percorso “Miniera Avventura”, che concilia cultura e divertimento, permettendo di seguire con ponti sospesi, scale, passerelle e funi i percorsi fatti dai minatori durante il loro lavoro. L’inaugurazione è avvenuta a cura dell’Associazione Culturale ScopriValtrompia e laboratori didattici dell’associazione Colibrì, con lo spettacolo musicale di Charlie Cinelli e buffet. Negli altri giorni l’ingresso, a pagamento, è previsto il sabato e la domenica fino a fine ottobre (da aprile ad ottobre sabato e domenica: dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18, le prime tre settimane di apertura tutti i giorni sempre dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 18, ultimo ingresso consentito alle 16,30).

A rammentare la vita nelle miniere sono rimasti pochissimi ex minatori.
Alcuni di loro accompagnano a visitare le gallerie e quel che rimane delle grandi miniere, decadente archeologia industriale divenuta parco minerario a uso turistico. Ma se si vuole conoscere veramente la storia della gente non si deve andare solo nelle miniere, ma al cimitero. Nel regno della silicosi. Perché se sino all’inizio del secolo scorso era la fatica a piegare la schiena e la vita di chi
cavava il ferro in miniera, con l’avvento dei martelli pneumatici si è sollevata la fatica e insieme si è sollevata la polvere, più leggera del ferro, che ha infuocato i polmoni dei minatori. Il ferro delle miniere aveva bisogno del fuoco, passando dal forno fusorio per poi essere forgiato dai magli o cesellato nelle più raffinate mani degli armaioli, artigiani che hanno dialogato con il ferro e con il fuoco consapevoli custodi dei segreti delle creazioni. L’ultimo atto della mineraria opera dell’economia del ferro è confluito nella Via del Ferro, una proposta museale che è un viaggio nel tempo e nello spazio. Per intraprendere un viaggio sul percorso minerario della Valle Trompia bisogna partire dalle miniere dell’Alta Valle, per passare dal Forno fusorio di Tavernole, dai magli di Sarezzo e di Ome, dal museo delle armi di Gardone Val Trompia o dal percorso di “miniera avventura”alla miniera Sant’Aloisio di Collio da dove l’ultimo minatore della valle è uscito nel 1985, impolverato da quel che rimaneva del filone di siderite. Il declino sembrava segnare inesorabilmente un’attività millenaria iniziata probabilmente con il ferro fuso nei gladio dei legionari di Roma, mai del tutto stabilmente industrializzata, ma che ha segnato il destino
artigiano e produttivo della valle bresciana fondendone le tradizioni e forgiando il carattere. Le altre miniere sparse a gruviera nell’alta valle erano chiuse da tempo, in un’alternanza di filoni esauriti e nuove gallerie grattate nelle viscere ferrose dei monti.
In loro sono racchiuse le vicende delle genti triumpline.

Franco Piovani


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