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«Bisogna cercare di dar voce ai poveri che soffrono e piangono, rimanendo sempre in silenzio. Hanno bisogno di qualcuno che parli al posto loro. Perché la povertà è difficile da sentire poiché i poveri non si lamentano, non hanno speranza e ci si ribella solo quando la speranza c'è».
Era la fine del novembre 1999. Concordo perfettamente. È vero: milioni d'infelici vittime innocenti nel mondo ce lo chiedono. E chi ha la consapevolezza e gli strumenti per aiutarle, ha il dovere civile di rispondere. E in questa precisa direzione si stanno muovendo, fra i molti, anche tre personaggi che ho conosciuto nel talk show "Ambasciatori di armonia fra i popoli": il francese Dominique Lapierre, storico, giornalista e filantropo. Autore di best-seller di grande successo, fondatore di una organizzazione non governativa a sostegno dei più bisognosi. L'indiana Suor Nirmala Joshi. Missionaria, ha ereditato l'opera umanitaria di Madre Teresa di Calcutta. Dalla morte di questa, nel 1997, all'età di 87 anni, Suor Nirmala ha raccolto il lievito dalle mani della fondatrice delle Missionarie della Carità e oggi è la guida nella realizzazione essenziale dell'insegnamento morale della Madre. Con il quale fa sì che non si sia al mondo "solo per esistere", ma per vivere la pienezza della vita amando Dio e permettendo a Lui di amarci, e amare attraverso noi tutti i Suoi figli, specialmente i più bisognosi.
Alla serata c'era anche l'attore franco-algerino Miloud Oukili. Vestito e truccato – solo un po' – da clown. Scarpe giallissime. Un sorriso simpatico e accattivante. Un artista davvero singolare. La cui storia, invero straordinaria, merita di essere raccontata. Perché ha reso quella serata del 20 ottobre del 2002, unica e irripetibile.
Quando aveva venti anni non sapeva fare null'altro che il clown. Come molti giovani a quella età, si ritrovava con una grande voglia di salvare il mondo. Ma non sapeva come. Così, fatto lo zaino e messa insieme una valigetta con i suoi "trucchi" da clown, è partito per la Romania. Appena arrivato una cosa l'ha particolarmente colpito: le migliaia di bambini che erano per le strade: soli, impauriti, infreddoliti. "Piccole bestie", come li definiva la gente, "che vivevano nel sottosuolo. Irrecuperabili. E che rigettavano anche ogni forma di aiuto".
Miloud, pur consapevole del loro dramma, non aveva nessuna possibilità: non sapeva fare nulla. Era solo un clown.
L'intuizione, improvvisa, gli aprì la possibilità: avrebbe insegnato loro a diventare artisti. Attraverso il gioco. Le acrobazie. A ridere degli altri per poter ridere di sé stessi. Per questa strada, Miloud ne era certo, sarebbe passata la salvezza dei ragazzi. Ma, per prima cosa, egli avrebbe dovuto conquistare la loro fiducia. Per farlo, scese con loro dove essi vivevano: le fogne di Bucarest. Proprio così: l'ampia rete fognaria della capitale – ma anche di altre città della Romania – era stata eletta a domicilio da qualche migliaio di minorenni. Fuggiti dagli orfanotrofi. Oppure da famiglie che, per la loro estrema povertà, non erano in grado di mantenerli. Ragazzi che cercavano di sopravvivere come potevano. Affrontando ogni giorno il grigiore nel quale erano immersi, con una serie infinita di stratagemmi. Dormivano per strada riparandosi come potevano. Quando il freddo si faceva pungente, si rifugiavano nelle fogne, perché là c'era un'altra città: quella dei bambini abbandonati a sé stessi. Che non andavano a scuola. Che per andare a casa non salivano le scale ma le scendevano. E, per entrare a casa, non aprivano una porta di legno, ma sollevavano un tombino di ghisa.
E così Miloud, un giorno, "ha aperto un tombino ed è sceso nel loro inferno. Lo ha fatto con molta discrezione. Quasi in punta di piedi". Ed ha partecipato con questi bambini, che erano tanto piccoli quanto soli, alla loro vita quotidiana. Nella quale i più grandicelli facevano da genitori ai più piccoli, ai quali si industriavano di trovare anche da mangiare.
Vivevano tutti di piccoli furti. Di elemosine. E di squallide prestazioni sessuali con pedofili e vecchi. Tristi espedienti con i quali far fronte alle grandi difficoltà della loro vita quotidiana. Compravano l'Aurolac – la droga delle fogne – dai grossisti di vernici. Con questa, la fame regrediva di un passo… e loro ne facevano uno in più verso la morte. Perché i tossici della colla non solo non avevano né casa né famiglia, ma neppure qualche possibilità di diventare vecchi. In poco tempo – dicevano le statistiche – il 70 per cento di loro moriva. Erano migliaia questi "figli di nessuno" che conducevano uno schifo di vita. Così misera che, della stessa, non aveva neppure l'ombra più pallida. Ignorati da tutti. Nella più cinica indifferenza della popolazione rumena. E dell'intero mondo occidentale. Come se, in queste fogne, non si fosse consumata una storia orribile. O la stessa si svolgesse in un altro luogo.
È per loro, per i piccoli randagi di Bucarest, che Miloud ha dato vita alla Fondazione Parada. Che li ha raccolti, li fa studiare, insegna loro a lavorare. Da clown, naturalmente. Così, nel tempo, hanno allestito uno spettacolo. Un pretesto, certo. Un magnifico pretesto per organizzare una attività che insegnasse loro ad essere autonomi. Ad essere belli su un palcoscenico. Perché gli altri potessero riconoscerli. Quegli stessi "altri" che, fino a poco prima, li ignorava. O, ancor peggio, li trattava come randagi. Perché, inutile negarlo, diventare belli per gli altri, significava anche – e soprattutto, esserlo per sé stessi. Con lo spettacolo, sono andati in giro per tutta l'Europa. Italia compresa. Adesso potevano andare in giro perché avevano la dignità di un mestiere, di un'arte. Perché, finalmente "erano bambini che sorridevano giocando e facendo divertire gli altri". Grazie a Miloud. Che "ha ricordato agli abitanti delle fogne che erano bambini come gli altri".
Hanno strutturato un centro sociale con assistenti sociali, medici, psicologi. Hanno aperto appartamenti sociali e costituito una équipe di strada. La quale incontra tutti quei bambini che vivono ancora al freddo, con la fame quale quotidiana consigliera. Un incontro per dare loro un buon motivo per la conquista di un minimo di dignità. Un incontro da fare sulla strada. Perché è questo il luogo che loro abitano.
Nel 1996 viene fondata Parada che sostiene l'impegno di Miloud finanziando i servizi per i ragazzi di strada. Tre anni dopo il papa Giovanni Paolo II riceve Miloud. Che, l'anno successivo, si vede assegnare dall'Unicef il premio Unicef 2000 – Dalla parte dei bambini. Dopo tale data è tutto un susseguirsi di premi e di riconoscimenti internazionali.
Il 20 aprile di questo 2007 l'Università di Bologna, la più antica università d'Europa, conferirà a Miloud Oukili la Laurea ad honorem in Pedagogia. L'originalità pedagogica del clown franco-algerino sta nell'aver usato il clowing per allontanare i ragazzi dal crimine. Miloud riceverà il riconoscimento insieme con Hunter Patch Adams, il medico Usa che ha introdotto la clownterapia negli ospedali.
Per saperne di più: Parada Italia, Via Breda, 54 Milano. Tel. 02 25 53 92 37, Internet: www.parada.it
Ermanno Antonio Uccelli |