ACR: la sfida concreta per la tutela e la valorizzazione della cultura rurale ( VERSIONE TESTUALE )“L'Associazione per la difesa e la promozione della Cultura rurale - Onlus è un'Associazione culturale composta da rappresentanti di tutte le categorie portatrici della Cultura rurale – ricorda Trenti - Ad essa aderiscono agricoltori, pescatori a scopo professionale, sportivo ed amatoriale, cacciatori, allevatori a scopo professionale, amatoriale ed ornamentale, rappresentanti del mondo della cinofilia, esponenti della cultura, dell'informazione, dello spettacolo, dell'economia, dell'editoria, delle istituzioni, della scienza, nonché rappresentanti del mondo ambientalista propositivo e non integralista e rappresentanti degli indotti economici che gravitano attorno alle attività portatrici della Cultura rurale.
Cosa vuole tutelare e rappresentare ACR?
“Le attività portatrici della Cultura rurale rappresentano numerosi milioni di persone che lavorano, producono reddito, pagano le tasse, creano occupazione, tramandano di generazione in generazione tutti i valori che affondano le loro radici nella Cultura rurale, che è parte fondamentale della nostra storia e delle nostre tradizioni”.
Cosa differenzia ACR dalle associazioni di categoria?
“Innanzi tutto – prosegue Andrea Trenti – ACR è una Onlus riconosciuta. Pertanto si pone come strumento aggregativo di tutte le realtà rurali senza intaccare la gestione associativa delle varie realtà. Essere Onlus significa poter usufruire del ristorno del 5x1000 derivante dalla dichiarazione dei redditi (Cud, 730 e 740) con la possibilità di agire anche a livello legale e giuridico con alcune agevolazioni che potrebbero essere messe al servizio di tutte le realtà rurali. In sostanza ogni associazione di categoria prosegue normalmente la propria attività, mentre ACR può essere lo strumento aggregativo che non intacca il lavoro sindacala bensì ne fortifica la forza rappresentativa a livello istituzionale, mediatico e giuridico”.
Perché la scelta di essere riconosciuti come Onlus?
“Siamo in contesto sociale e mediatico dove spesso si distorce la realtà dei fatti, l’attacco al mondo rurale e l’umanizzazione degli animali è divenuta ormai esasperata. Sia chiaro, noi rispettiamo le idee di tutti, tuttavia riteniamo fuori luogo l’imposizione di una nuova cultura animal-ambientalista che vorrebbe cancellare secoli di storia e cultura dei nostri territori. È grave ed irrispettoso tentare di cancellare la ruralità dai nostri territori in quanto realtà come agricoltura, caccia, pesca, allevatori, boscaioli, sagre popolari, ecc rappresentano una risorsa concreta per la collettività sotto il profilo sociale, economico e ambientale. Se diamo uno sguardo alla notevole disponibilità economica delle Onlus Animal-Ambientaliste derivante dal 5x1000 risulta semplice capire la loro forza dirompente anche a livello comunicativo. Per questo motivo aver costituito ACR Onlus è una grande opportunità: una strada di non ritorno dove tutte le componenti rurali hanno la grande occasione di aggregarsi in una casa comune maggiormente incisiva nelle battaglia per la tutela e valorizzazione della nostra cultura”.
Quali sono gli obiettivi che intende raggiungere ACR?
“Come ho già sottolineato - prosegue Trenti – ACR si pone come strumento aggregativo nel mondo rurale e soprattutto intende sostenere battaglie concrete nel settore mediatico, legale, tecnico, sociale, ambientale, culturale e tradizionale.
Nello specifico stiamo creando uno strumento fortemente presente nella comunicazione sul web, stampa e tv per far conoscere le peculiarità del mondo rurale e inoltre intendiamo tutelare e promuovere iniziative a sostegno delle storiche attività e tradizioni popolari. Siamo consapevoli che la strada è in salita e che la situazione non è idilliaca, tuttavia siamo certi di poter tutelare l’identità rurale attraverso una controinformazione reale a livello pubblico e istituzionale. La battaglia sarà vera senza esitazioni e come in tutte le vere lotte: o si vince o si perde! Fieri dei nostri valori, vogliamo combattere a testa alta rifiutando la strategia del “stiamo fermi e buoni”, ora come mai serve una reazione concreta per valorizzare la nostra cultura”.
Un tema a voi caro è il mondo giovanile, credete che la ruralità possa coinvolgere anche i giovani?
“Il futuro della nostra identità passa attraverso una costante presenza con i giovani. Abbiamo infatti intrapreso un percorso didattico con le istituzioni per entrare direttamente negli istituti scolastici e far conoscere ai bambini e ragazzi i pregi e l’importanza delle attività rurali anche per il benessere futuro dei giovani.
È tempo che nelle scuole tornino i protagonisti del nostro territorio ovvero agricoltori, cacciatori, pescatori, allevatori, boscaioli,ecc per insegnare ai nostri figli la realtà dei fatti lontana da un insegnamento fatto di troppa emotività con animali umanizzati e poca esperienza diretta e scientifica in boschi e pianure”
ACR è rappresentata anche da numerosi cacciatori, quanto ritenete utile schieravi a favore dell’attività venatoria?
“Nel progetto operativo ACR Onlus ci sono amici provenienti da varie realtà, abbiamo con noi professionisti provenienti dalle varie categorie del mondo rurale, la caccia è una componente fondamentale della nostra realtà e siamo orgogliosi di valorizzarla attraverso un contatto diretto con la collettività per far emergere le caratteristiche sociali, economiche e ambientali anche dell’attività venatoria”.
La Valle Trompia è una zona a forte vocazione venatoria, come vi ponete rispetto al tema della caccia in deroga?
“Siamo pienamente a sostegno delle cacce tradizionali e dei roccoli, abbiamo pubblicamente dimostrato in modo tecnico e scientifico la possibilità concreta per l’applicazione del prelievo in deroga.
La Direttiva 147/2009/CE e la relativa Guida Interpretativa tracciano una strada chiara e, nonostante alcune comunicazioni discutibili di funzionari ai vari livelli istituzionali abbinati all’ostruzionismo di Ispra che non fornisce i dati scientifici per l’applicazione del prelievo in deroga addirittura dal 2005, riteniamo che combattendo in modo vero, puro e intelligente ci sia spazio per un confronto serrato con l’intero mondo venatorio e soprattutto istituzionale.
Noi continueremo a difendere anche le caccie tradizionali – dichiara Trenti – perché riteniamo che non esistano forme di caccia di serie A o serie B e tutte devono avere pari dignità. Le usanze locali sono l’espressione di un patrimonio di valori sociali che segnano il carattere umano anche della nostra popolazione, tutelarle è un dovere per non disperdere le risorse, anche economiche, del nostro territorio”.
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