''Uniti dal sangue versato per il proprio popolo'' ( VERSIONE TESTUALE )È appena tornato da questo paese, dove è stato per due settimane, Anselmo Palini, autore di libri e articoli su Oscar Romero e Marianella Garcia Villas, due fra le vittime più illustri della feroce dittatura militare. In Salvador Anselmo Palini ha portato in omaggio, grazie alla fattiva collaborazione di una associazione piemontese attiva in Centroamerica con progetti di solidarietà, 600 copie di una brochure in spagnolo su Marianella: infatti per vari motivi in Salvador non vi è alcuna pubblicazione sulla giovane presidente della Commissione diritti umani. Ha potuto così incontrare realtà istituzionali e gruppi di base, parlamentari e semplici cittadini: dal segretario di cultura della Presidenza della Repubblica alla vice ministra degli esteri, dall’ambasciatrice italiana al presidente della Commissione diritti umani, da vari deputati ai rettori della Università Luterana e di quella salesiana, da alcuni docenti dell’Uca (la prestigiosa Università dei gesuiti), alle maestre di una scuola di base, dai responsabili della Fondazione mons. Romero a quelli di un associazione che porta il nome Marianella Garcia Villas, dai sacerdoti di alcune parrocchie ai membri di molte comunità di base, da alcuni italiani presenti in Salvador come volontari a gruppi di donne molto attive in varie zone del paese con progetti di promozione umana e di emancipazione, dal semplice campesinos in preghiera sulla tomba di Romero al direttore di uno dei principali quotidiani della città, il “Diario Co Latino”. Tutti hanno molto apprezzato il dono della brochure e con tutti c’è stato un ampio scambio di vedute per capire a fondo la realtà del Salvador di ieri e di oggi. Alcune delle persone incontrate portano ancora i segni delle torture subite dai militari durante gli anni della repressione, altre hanno perso un familiare oppure dei compagni di lotta. Ora tutte sono impegnate con ruoli di responsabilità a costruire il nuovo Salvador.
E poi c‘è stata la visita ai luoghi simbolo del martirio subito dal popolo salvadoregno: l’ospedalito, dove venne assassinato mons. Romero e la cripta della basilica dove vi è la sua tomba; la tomba di Marianella Garcia Villas e la località La Bermuda, dove la giovane venne arrestata e in seguito ferocemente torturata e assassinata; il centro El Despertar, dove fu assassinato padre Octavio Ortiz con quattro suoi ragazzi che seguivano un corso di esercizi spirituali; la località tra Aguilares e Al Paisnal, dove fu assassinato padre Rutilio Grande con i due campesinos che lo accompagnavano, un assassinio che costrinse Romero ad aprire gli occhi e diventare da quel momento la voce del suo popolo; il Giardino dei Martiri all’Interno dell’Università dei gesuiti, dove nel 1989 furono assassinati il rettore, altri cinque gesuiti e le due donne di servizio.
E poi la visita al “Museo de la Palabra y la Imagen”. Si tratta di un Museo dedicato alla ricerca, catalogazione, conservazione e diffusione del patrimonio storico e culturale salvadoregno. Dopo la firma degli Accordi di Pace del 1992, il giornalista Carlos Henriquez Consalvi (nome di battaglia durante la guerra civile “Santiago”, come ancora oggi è chiamato da tutti), fondatore di “Radio venceremos”, una delle radio della Resistenza, assieme ai suoi collaboratori in radio iniziò la raccolta di diversi archivi che documentavano le lotte sociali negli anni della dittatura, integrandolo con diversi temi relativi alla storia e alla cultura di El Salvador. Al “Museo della Palabra” sono conservati manoscritti, pubblicazioni, periodici, foto, video, oggetti come le radio usate durante gli anni di guerra. Ospita inoltre l’archivio personale di importanti personaggi della storia salvadoregna, come il poeta Roque Dalton, anche lui assassinato dai militari. Numerose le scolaresche che ogni giorno visitano la sede del Museo e seguono dei percorsi didattici con il personale della struttura. Ve ne sono anche durante la nostra visita.
Anselmo Palini ha donato al Museo, rappresentato per l’occasione dal direttore Santiago, un quadro del pittore bresciano William Fantini, realizzato appositamente in previsione di questo viaggio. Il quadro rappresenta le figure di Oscar Romero e di Marianella García Villas, che nel disegno risultano unite dal sangue versato per il proprio popolo. Alla base del quadro si vede una chiesa bresciana, come a dire che il messaggio di Oscar Romero e di Marianella anche nei nostri paesi è risuonato alto e forte.
Enza Guasal
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