Hai voluto la bicicletta, ora pedala! ( VERSIONE TESTUALE )Anche io lo aspetto in piscina, perché voglio vedere come il Boss, l’ex-ranista, si comporta nelle vesti di allenatore a bordo vasca. Nonostante l’orario l’atmosfera in piscina è distesa, i ragazzi sembrano abituati a questo sforzo e, a parte qualche sbadiglio qua e là, tutti sono pronti e arzilli per la sessione mattutina di allenamento. Paolo mi saluta, esordendo: “Quando ero io a nuotare era dura, ma fare l’allenatore lo è ancora di più!”
Oggi vivi a Pesaro e hai intrapreso la carriera di allenatore, come ti trovi a bordo vasca?
Mi trovo molto bene, perché sono rimasto in quello che è stato il mio ambiente per molti anni e posso quindi trasmettere ai giovani atleti che alleno la passione e l’amore che provo per questo sport. Vedere dei piccoli atleti crescere è sicuramente fonte d’orgoglio e riuscire un domani a fargli vincere delle gare importanti sarebbe una grande soddisfazione per me. La mia filosofia è comunque quella che i ragazzi imparino come io ho imparato a mia volta dal mio primo allenatore Francesco Ardesi quali siano i fondamenti di questo sport e della vita in generale. Questo perché le cose che impari facendo agonismo in età giovanile tra i 12 e i 13 anni te le porti poi per tutta la vita, quindi anche un domani, nel mondo lavorativo, hai una marcia in più. Questo è quello che mi è stato insegnato e che ora cerco di onorare e di insegnare a mia volta ai miei ragazzi.
Perché Pesaro? Sei stato tu a scegliere Pesaro, o la città a scegliere te?
é stato un po’ un colpo di fortuna, perché quando ho deciso di smettere di nuotare ho mandato in giro il mio curriculum, ovviamente c’erano anche altre proposte oltre a Pesaro, ma quella che mi sembrava più allettante tra tutte per la possibilità che mi si offriva di crescita personale era sicuramente quella pesarese. Sono quindi arrivato in città per vie traverse tramite conoscenze e subito mi sono stati presentati i nuovi gestori dell’impianto Sport Village Parco della Pace, persone con importanti obiettivi. Il fatto poi di avere una famiglia e di cercare di trovare una soluzione più serena possibile è stato sicuramente il motivo principale della mia scelta di venire qui. Oggi mi sento quindi fortunato e so di crescere i miei figli in una realtà più tranquilla di quanto poteva essere Roma.
Talvolta non ti capita di provare quel bisogno agonistico di rientrare in acqua?
Sicuramente stando in piscina da mattina a sera, vedendo i ragazzi e i gruppi di master che si allenano l’istinto primordiale è quello di voler riapprocciarsi al nuoto, perché comunque è la passione che mi porto nel cuore. Probabilmente come mi è stato detto da altri ex-nuotatori sono ancora troppo fresco di agonismo e quindi ogni volta che mi butto in acqua sento la necessità di riprendere a nuotare. Dall’altra parte sento però anche la necessità di fare tutto ciò che non ho potuto fare durante la mia attività agonistica perché mi era proibito, quindi di recente mi sono avvicinato al mondo della mountain bike e del triathlon.
Parlaci un po’ di questa tua nuova passione.
Sì, proprio la bici riesce oggi a darmi quelle cariche di adrenalina fantastiche che mi sono mancate in seguito al ritiro dall’agonismo. Sto dunque cercando a piccoli passi di cominciare un percorso nuovo, diverso da quello a cui sono stato sottoposto per tutta la vita, e ho deciso di intraprendere questa nuova avventura che mi piace molto. Ho quindi avuto la fortuna di avvicinarmi a questo mondo trovando uno sponsor che mi sostiene fornendomi anche i mezzi per poterlo fare, la Piton, che mi ha dato la bici dicendomi: “Hai voluto la bicicletta, ora pedala!”. Ora sto cercando di coltivare questa nuova passione, nonostante abbia poco tempo, perché il lavoro di allenatore mi coinvolge a 360 gradi, in qualità di direttore tecnico e responsabile del settore agonistico, ruoli che mi portano via la maggior parte del tempo, sabato e domenica compresi. Il tempo è poco, ma la volontà e la voglia di cominciare questo percorso c’è e sto solo aspettando il momento giusto per approcciarmi ad una gara, con un minimo di preparazione adeguata per fare una bella figura.
Il gruppo “The Target-Apri gli occhi senza freni” sta organizzando, grazie alla collaborazione di Piton, un viaggio-avventura in Iran. Di cosa si tratta esattamente?
Apri gli occhi senza freni è un progetto che unisce l’arte di viaggiare con l’attività sportiva, e in particolare con la bicicletta, facendo chilometri e chilometri, conoscendo nuovi posti e culture e documentando il tutto attraverso una telecamera. Questi ragazzi di Pesaro, tra i quali il mio amico Francesco Furiassi, a capo del gruppo, si sono già cimentati più volte in questo tipo di avventura (Islanda, Israele, Palestina e Giordania), producendo documentari che hanno l’obiettivo di far conoscere le numerose culture del mondo, portare messaggi di tutela ambientale e di integrazione sociale tra i popoli. Nel momento in cui mi hanno proposto di prendere parte a questo progetto mi è sembrata una fantastica idea. La possibilità di provare ancora quelle grandi cariche di adrenalina che mi mancano e che vivevo quotidianamente con gli allenamenti e con le gare di alto livello mi ha convinto ad accettare e quindi ho deciso di partecipare, con la certezza che sarà un’esperienza che mi arricchirà a livello personale e che mi darà grandi soddisfazioni. Ora ci dovremo far conoscere un poco di più, sperando di trovare i finanziamenti sufficienti per intraprendere il viaggio.
Francesco Bossini
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