Pochi ma buoni ( VERSIONE TESTUALE )Il fatto non ha demoralizzato il nocciolo duro del gruppo. Complice una giornata veramente stupenda, i nostri baldi giovani (almeno di spirito), hanno deciso di visitare la vicina Città di Bergamo che si è rivelata un gioiello da non perdere: la salita con la ripida funicolare ci ha depositati nella Bergamo alta e, dopo pochi passi, eccoci in vista della Piazza Duomo dove, oltre allo stesso, c’è la stupenda chiesa di Santa Maria Maggiore che si presenta con una bella e artistica facciata ma che ha nel suo interno, completamente rivestito di stucchi e dorature, quello che ci ha fatto meravigliare.
Lungo le pareti ci sono stupendi e preziosi arazzi di origine toscana e fiamminga e non mancano artistici affreschi di stampo giottesco del 1347.
Curioso il monumento al compositore Gaetano Donizetti, alla cui base sono raffigurati dei piccoli putti che rappresentano le sette note musicali, tutti disperati e piangenti (soprattutto quello che rappresenta la nota LA dalla quale notoriamente si parte) per la scomparsa dell’artista o intenti a rompere lo strumento musicale suonato, quasi a voler rinunciare ad altre esperienze musicali.
La locale guida ha raccontato tantissimi particolari su quanto stavamo vedendo, tanto da far trascorrere il tempo più velocemente del previsto: lo stomaco ci ha fatto capire che l’ora di pranzo era arrivata, così abbiamo salutato e siamo andati a sederci sotto al pergolato di un vicino ristorante in cui godere della reciproca compagnia.
Nel pomeriggio abbiamo concluso la visita del centro storico con la Cappella Colleoni, il Battistero e la Piazza Vecchia con la torre del Municipio.
Ritornando abbiamo visto le mura e la Porta S. Agostino, una delle quattro porte che si aprono sui lati della Città.
Certamente è stata una visita incompleta ma è servita per conoscere meglio Bergamo, così vicina ma spesso sottovalutata e non valorizzata quanto merita: benché non propriamente amici nel calcio, siamo certi che torneremo per completare quanto visto ed il molto che è rimasto nascosto.
Claudio Leni
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