IL MIO GRAZIE ED IL FUTURO ASSOCIATIVO ( VERSIONE TESTUALE )È a Paolo Gerardini, Pilade Martinetti, Francesco Gabrielli, Paolo e Gabriele Carrera, che va il mio primo grazie a nome degli Artigiani.
Non posso dimenticare i colleghi della prima ora l’ex Presidente Ing. Mario Albini, Lino Lumini, Norberto Ghisi, Egidio Ramazzini, Giuseppe Losio, Silvano Gozio e quelli che con me ancora condividono questa esperienza come Alberto Vidali e Bortolo Agliardi, oltre a tanti altri che, nella Giunta Esecutiva, nel Consiglio Provinciale, nelle società partecipate, negli Enti e in altri organismi, hanno lavorato e lavorano nel rappresentare, per conto dell’Associazione Artigiani, la Categoria.
A tutti loro va il grazie degli artigiani dell’Associazione.
Come non ricordare avvenimenti e persone che per sempre rimarranno impresse nella storia associativa; dall’impegno profuso e alla sofferenza condivisa con tante aziende artigiane del nostro territorio nei fallimenti Franchi Armi, Baribbi, Italcase.
La solidarietà dimostrata dagli Artigiani dell’Associazione nella raccolta di fondi e aiuti nell’alluvione del Piemonte del 1994 con la Croce Rossa Italiana e il Guinness della Crostata più lunga del mondo con AIDO nel 1999, il supporto alla festa Nazionale degli Alpini ANA nel 2000, la tragedia di Bovezzo nel 2000, il terremoto di Salò nel 2004 e l’alluvione di Vicenza nel 2010.
Il lavoro svolto a fianco di Beppe Nava in un’altra delle innumerevoli e geniali “invenzioni” di Lino Poisa che è stata la Scuola Bottega.
Lo sviluppo del nostro Confidi ArtfidiLombardia terzo Intermediario Finanziario in Italia vigilato da Bankitalia, costituito nel 1974 che si aggiunge alle intuizioni dell’amico Lino.
Non di meno, l’impegno finanziario degli investimenti immobiliari della nuova sede e degli uffici periferici che hanno da un lato accresciuto il patrimonio dell’Associazione e, cosa più importante, offerto spazi più funzionali all’attività associativa.
Il mio pensiero va, inoltre, agli ex Prefetti Antonio Di Giovine al quale mi ha legato una profonda stima oltre che un’amicizia personale e Anna Maria Cancellieri, due persone di straordinaria intelligenza e umanità che hanno segnato la storia della nostra provincia, oltre a coloro con i quali ho condiviso parte del mio percorso associativo di cui conservo un ricordo particolare: i Presidenti AIB, Eugenio Bodini e Aldo Bonomi, il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, i Presidenti di Confartigianato Andrea Bonetti e di CNA Mimma Ferraboli, “il Direttore dei Direttori” Salvatore D’Erasmo, oltre che all’ex Segretario della Camera del Lavoro Dino Greco.
Non posso non ricordare con particolare affetto e amicizia giornalisti ai quali l’Associazione Artigiani deve molto non tanto per lo spazio che hanno saputo e voluto dedicarci, ma per essere sempre stati un riferimento importante: i compianti G. Battista Lanzani e Fulvio Manzoni rispettivamente ex direttori del Giornale di Brescia e di Teletutto.
Infine ai tanti che non cito solo per ragioni di spazio, va il grazie degli artigiani dell’Associazione attraverso una calorosa stretta di mano.
Rafforzare l’identità sociale di persone che condividono uno stesso pensiero e percorso d’impresa e la trasmissione di solidarietà tra associati, intesa come scambio di esperienze, sarà a mio parere la nuova frontiera dell’associazionismo da affiancare alla offerta di servizi.
Oggi, le mutate condizioni politiche e sociali vedono l’adesione associativa sempre più improntata sui benefici che ne derivano e la competizione tra Organizzazioni di rappresentanza sarà sempre più incentrata sul problem solving, ovvero sulla capacità di generare soluzioni a problemi, sostituendo, di fatto, l’approccio ideale con quello pragmatico.
Un’adesione temporalmente quindi sempre più limitata alla risoluzione del problema (richiesta di finanziamenti, adempimenti normativi non ricorrenti), lo dimostra il fatto che il 15% degli associati non fidelizzato attraverso servizi continuativi spesso non rinnova l’adesione.
In sostanza, rafforzare l’identità sociale di persone che condividono uno stesso pensiero e percorso d’impresa e la trasmissione di solidarietà tra associati, intesa come scambio di esperienze, dovrà essere la nuova frontiera dell’associazionismo da affiancare alla offerta di servizi.
Quindi, legare la partecipazione alla vita associativa a un progetto specifico di settore o categoria di appartenenza, tale da far coincidere al momento formativo quello di crescita del gruppo di interesse.
Il futuro dell’associazionismo dovrà vedere organizzazioni più forti e federate tra loro a livello locale, con una rappresentanza unificata e struttura snella a livello nazionale.
Tale prospettiva presuppone un rafforzamento delle sinergie tra Organizzazioni di Categoria, anche disomogenee tra loro (Artigiani, Commercianti, Piccola Industria) tendenti ad accorpare ed esaltare le rispettive eccellenze, con il duplice scopo di attuare economie di scala, eliminando sovrapposizioni e inefficienze, per offrire servizi sempre più qualificati.
Tutto ciò si renderà attuabile, tanto quanto le varie dirigenze associative presenti sul territorio sapranno essere lungimiranti nel privilegiare l’interesse comune di categoria, oltre che sociale, a quello particolare individualistico.
Rappresentare un’Associazione significa conoscerla, ovvero conoscere gli associati in termini di esigenze, umori, aspettative e idealità, legittimandone al tempo stesso la loro azione all’interno della società.
Non solo azione di lobbyng, quindi, nei confronti della politica e della società, ma azione strategica e propositiva che sappia vedere attraverso un arco temporale più ampio di sviluppo la crescita economico sociale del territorio.
Spesso, in particolare negli ultimi anni, l’inadeguatezza della classe politica ha portato il sistema economico del Paese a sostituirsi alla politica stessa, occupando spazi, cosiddetti di non pertinenza.
E se da un lato, si può intravvedere un’illegittima ingerenza, oltre che una contraddizione in termini di “mission”, è, altrettanto evidente che le imprese, l’economia, quindi il futuro del Paese, non possono permettersi di essere in balia di una crescente incompetenza di politici improvvisati.
Quindi, l’obbiettivo dell’Associazione è e dovrà essere quello di realizzare una linea politico-strategica lungimirante che sappia coniugare efficienza associativa e senso di appartenenza, inteso come reale partecipazione di ogni associato alle scelte dell’Organizzazione nel sapersi adattare ai mutamenti della società, proponendo al legislatore possibili percorsi normativi.
La nostra azione dovrà essere in grado di dare rappresentanza anche ai non associati che, attraverso le nostre azioni, possano identificarsi nei nostri principi ideali e culturali.
Ma se è vero che la sfida è in gran parte incentrata sul problem solving e che sulla sua efficacia si basa la scelta di iscriversi all’Associazione, diviene essenziale l’accessibilità ai servizi, la comunicazione delle sue funzioni, l’affidabilità, la professionalità e la tempestività di risposta.
La società contemporanea ci ha assuefatto e, al tempo stesso, abituato alla mediocrità e al qualunquismo, accompagnato al declino dell’uomo pubblico, che fa crescere una apatia dei cittadini verso la politica.
L’ambiziosa sfida, dunque, è quella dell’impegno di ognuno di noi nell’invertire la tendenza, guidando la nostra Nazione, attraverso le nuove generazioni, verso un nuovo Rinascimento.
dr. Enrico Giorgio Mattinzoli
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