GOCCE DI STORIA ( VERSIONE TESTUALE )DUE MORTI NELL’OSPEDALE DI BOVEGNO
1636, Ottobre-1658, Novembre
A.P. Bovegno, Morti: 1636-1797 Piano, ad annos 1636 et 1658
Il 20 Ottobre 1636 nell’Ospedale “S. Giovanni” di Bovegno muore Pasino Tognoli di “Pesazze”, come si ricava dal registro dei defunti compilato dal 23 maggio 1636 da don Uberto Gilberti, pure di Pezzaze, curato di Piano di Bovegno.
Il 13 Novembre 1658 nel medesimo pio ospedale di Bovegno muore Domenico Morzenti “scalvino”, cioè della Val di Scalve, abitante in Pezzaze.
A PEZZAZE SI METTONO IN CANTIERE AKCUNE OPERE
1638, aprile 11
A.S.B. Notarile Brescia, Richidei Benedetto, notaio in Lavone, filza 5390, ad diem
I capifamiglia di Pezzaze trovandosi “in necessità” di dover fare la cappella del SS. Rosario, di restaurare la casa del rettore della parrocchiale e di “fabricar alcune stanze” per il padre predicatore, decidono di impegnare le rendite di alcuni “crediti cioè livelli maturi (…)et legati”, destinati inizialmente “per distribuir tanto rosto pane et sale alle boche di essa Parrocchia, per la realizzazione di queste opere. Poi decidono all’unanimità di affidare ai signori Giovan Battista Zilberti e Giovan Antonio Sedaboni l’incarico di recarsi dal vescovo di Brescia a chidergli “che si degni (di) commutar li sudetti usufrutti crediti et livelli” del valore di circa lire 300 planette “col dar licenza” che si possano spendere per realizzare le opere in questione.
DUE MORTI VIOLENTE
1643, dicembre 3-1644, gennaio 13
A.P.L., Libro dei Morti (1598-1724)
Il 3 dicembre dell’anno 1643 muore ammazzato Giacomo “Soldo, detto il Varone da Casto di Valsabbia” lavorante alle dipendenze del signor Giovanni Maria Fada, mentre è occupato di notte nella fucina dello stesso Fada. Viene sepolto nella parrocchiale di Lavone.
Il 13 gennaio 1644 muore ammazzato “magistro Nartolomeo Bitinzino da Savallo di Val Sabbia, feraro alla fusina della Rasega”, mentre lavora di notte nello stesso opificio.
“SINDICATO” DELLA
COMPAGNIA DEL FORNO
DI PEZZAZE
1645, agosto 15
A.S.B. Notarile Brescia, Richiedei Benedetto, notaio in Lavone, filza 5390, ad diem
I signori Giovan Maria Fada, Bartolomeo Balduchelli, Giovan Antonio Sedaboni, Giacomo Gabrieli, , Pietro Collino e Taddeo Piardi, soci della Compagnia del forno di Pezzaze, supplicano l’illustrissimo capitano di Brescia affinchè si degni di concedere “un salva condotto” a mastro Pietro Pernino di Bovegno. Questo infatti è un maestro perito ed è bravissimo nel far andare gli “edificij de forni da ferro”, ma ora si trova “bandito” dai paesi della Valle. I soci chiedono anche che possa venire in Valtrompia a lavorare e “ a far ferro tanto utile et necessario non solamente per uso dell’agricoltura et fabriche et beneficio di questi populi poveri et fidelissimi ma anco per servicio di Sua Serenità fabricandosi con esso anche et ogni altra sorte de monitione da guerra”. Essi, inoltre, a questo mastro-perito avevano affidata la cura del forno di Pezzaze prima di essere mandato via e ora non sanno a chi affidarlo, per mancanza di un soggetto “di tanta peritia et esperientia”.
da “Pezzaze nella storia e nell’arte (1530 – 1797)”
a cura di Vincenzo Rizzinelli
con la collaborazione di Carlo Sabatti
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