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 Edizione del 09/02/2016
 
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Il Rotary e il Rotaract Valtrompia per l’A.N.T. “Felice Eubiosia”
Una serata speciale, nella quale, si realizzava uno degli obiettivi del Rotaract per quest’anno: donare un macchinario utile ed innovativo all’ “A.N.T.” Val Trompia: nostri ospiti e relatori erano appunto tre operatori dell’A.N.T., la Dott.ssa Barbieri, la Dott.ssa Sosta e il Sig. Danesi, attivissimo volontario
Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



Il Rotary e il Rotaract Valtrompia per l’A.N.T. “Felice Eubiosia”
( VERSIONE TESTUALE )

Il Presidente Roberto Tursi, nel suo discorso iniziale, ha salutato i presenti e gli ospiti ed ha sottolineato con soddisfazione la positività degli ormai consolidati e costruttivi rapporti di collaborazione con il Rotaract: un Club che, anche se giovane, è sempre più affiatato, sensibile alle necessità del territorio di idee e iniziative che porta avanti con entusiasmo; un Club dove si stanno formando le nuove leve, che, in futuro, incrementeranno le file del nostro.

E dopo l’ottima cena curata, come sempre in ogni dettaglio, da Alessandra Federici (al Ristorante “Il Falconiere” di Gardone Valtrompia), la parola alla Dott.ssa Barbieri che ci ha raccontato la storia e le finalità della Fondazione A.N.T., nata a Bologna nel 1995, ad opera del Dott. Franco Pannuti, oncologo, per rispondere ai bisogni dei malati di cancro e dei loro familiari, ed oggi operativa in nove regioni in Italia. La nostra società, che premia sempre più l’efficienza e la “forza fisica”, teme e cerca di esorcizzare il più possibile anche solo il pensiero di una malattia invalidante e della morte. E quando una famiglia si trova ineluttabilmente coinvolta in questa tragedia è spesso impreparata ad affrontarla ed ha bisogno di aiuto. La Sanità Pubblica offre un’eccellente assistenza durante il ricovero ospedaliero e le terapie post-operatorie ma non può seguire i pazienti e, soprattutto, i familiari a casa, durante il decorso più o meno lungo della malattia.
L’A.N.T. si occupa proprio di offrire gratuitamente le cure palliative a domicilio e un sostegno sia materiale (fornitura tempestiva di tutti i presidi necessari) sia psicologico, instaurando un rapporto di reciproca fiducia tra la famiglia del malato e gli operatori: si tratta di equipe formate da un medico, un infermiere e un volontario disponibili 24 ore su 24 ad intervenire
per risolvere i molteplici problemi che si pongono nella gestione domiciliare del malato.
Tutto ciò dà sicurezza, sollievo e speranza, alleviando la drammaticità di questa esperienza

La Dott.ssa Sosta ha poi spiegato tecnicamente la funzione del nuovo macchinario oggetto del service del Rotaract. I malati di tumore necessitano di un accesso venoso fisso attraverso un catetere per la somministrazione delle cure.
Il posizionamento ed il controllo dei cateteri devono essere monitorati con radiografie e richiedono frequenti trasferimenti in ospedale con ripercussioni spesso gravi sul fragile equilibrio
psico-fisico del paziente.
La nuova apparecchiatura consente di posizionare il catetere nel braccio con una procedura più semplice, senza necessità di radiografie, in tempi brevi (un’ora) a domicilio e di monitorarne
costantemente il funzionamento.

Infine il Sig. Danesi, già noto al nostro Club, per la sua assidua partecipazione alle passeggiate di autostoriche, ha colto l’occasione per ricordare la nostra precedente donazione di un furgone, prezioso per gli spostamenti degli operatori ed il trasporto dei presidi in Valle.
Roberto Danesi ci ha raccontato il suo percorso di volontario ed ha voluto leggere una lettera
davvero toccante scritta da un uomo che ha vissuto in prima persona il dramma della perdita
della giovane moglie falciata da un tumore, ed è riuscito a gestirlo, con relativa serenità e a superarlo, diventando a sua volta volontario, grazie al sostegno, all’affetto incoraggiante ed alle premure degli operatori dell’A.N.T.
Naturalmente non si può trascurare l’aspetto economico necessario ad una struttura così ben organizzata. Il reperimento di fondi, essendo solo in minima parte istituzionale, è affidato alla generosità delle persone e agli eventi organizzati per l’autofinanziamento.

E proprio in quest’ottica, superata la commozione che ha coinvolto, anzi travolto tutti noi, è sempre bene passare ad un’ ”operatività concreta” (pecunia !). Senza nulla togliere alla paternità rotaractiana di questo service, si potrebbe dargli continuità negli anni a venire facendo appello, come sempre, alla proverbiale generosità che contraddistingue i soci Del resto l’Incoming Marco Franceschetti,
sensibile a questi problemi affini a quelli affrontati in prima persona al “Trampolino”, si è subito
ripromesso di proporre, durante il suo anno, un evento per finanziare un service da concordare con l’A.N.T.
I giovani del Rotaract,infine, hanno donato ai nostri ospiti la gigantografia di un assegno di 5.000 Euro per l’acquisto del macchinario inquestione.
Il nostro Club ha provveduto all’“arrotondamento”, per raggiungere questa cifra, come ha sottolineato, quasi in sordina e con la sua consueta delicatezza, il Presidente Roberto Tursi.

Una serata interessante ed intensa, che, al di là delle pulsioni emotive del momento, è anche un invito ad una riflessione da un lato sul nostro “modus vivendi” che spesso si ostina ad accantonare l’ombra del dolore e della morte, e, dall’altro, sull’importanza di dare conforto all’immensa solitudine di chi è vittima di una malattia senza speranza.

Giuseppe Martinazzi
(Segretario Rotary Club
Valtrompia)

(Le presenti note sono tratte dal
notiziario settimanale del Rotary Club Valtrompia - Conviviale N. 19
del 14 Gennaio 2016
tenutasi al Ristorante
“Il Falconiere” Gardone Val Trompia)


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