Gocce di Storia ( VERSIONE TESTUALE )DEBITO RESIDUO PER LE
CANCELLATE DELLA CHIESA DI MONDARO
1665, GIUGNO 17
Paolo Galvagno, cancelliere della “terra” di Mondaro, scrive l’attestazione degli spettabili “sindesi” della “terra” predetta, messer Giorgio e messer Domenico Richetti, i quali dichiarano di essere debitori verso il signor Andrea “Filippetto” di Grignaghe, abitante in Artogne, di 244 berlingotti “per resto delli feradi posti nella chiesa di santo Giovanni in Mondaro”. Con ognoi probabilità si tratta delle cancellate in ferro, allora collocate nel presbiterio della chiesa.
Il documento appartiene all’archivio dell’Istituto Bregoli di Pezzaze
PER L’ELEZIONE DEI CONSOLI E LA CONTESA TRA MONDARO E STRAVIGNINO
1669, DICEMBRE 27-1700, DICEMBRE 8
A.C.P., Annali di Pezzaze, ff. 398-399
Il 27 dicembre 1669 si ordina che si creino 4 Consoli a Lavone, “1 a Eto” e 1 a Savenone (“Libro Consiglj E”, f. 192 v.). Essendovi contrasto tra Mondaro e Stravignino, perché quest’ultimo pretende che tocchi alla propria terra “un voto che ora manca a Mondaro”, si trasferisce “un voto mancato per la morte d’un votante da Stravignino”. Il 29 dicembre successivo, “opponendosi quelli di Mondaro” alla richiesta di Stravignino, si rimette la causa a degli “arbitri” (“Libro Consiglj I”, ff. 93 e 192 v.).
Da un atto dell’8 dicembre 1700 risulta che tra Stravignino e Mondaro è nata nuova controversia “per causa d’un voto che quelli di Stravignino asseriscono mancar loro”.
Per “sedare” questa “differenza” i “Sindici” dei due paesi chiedono che su ciò decidano i Consiglieri di Lavone, Savenone, Eto, Aiale, Pezzazole e Avano; nella data ricordata i rappresentanti “delle Terre discrepanti” lasciano il Consiglio e gli altri deliberano di assegnare un voto a Mondaro ed uno a Stravignino rispetto ai due mancanti (“Libro de’ Consiglj K”, f. 169)
CARCERAZIONE NELLA
CHIESA DELLA MADONNA
1673, novembre 15
A.C.P., Annali di Pezzaze, f. 86
“Jnseguito Bartolommeo Facchino quondam Antognino, bandito, e ricoveratosi nel santuario della Madonna della Misericordia, ivi si custodisce sintantoche spedito messo a Brescia vien ordine, siccome di fatti riuscì, di cavarlo da chiesa, e condurlo nelle forze della Giustizia”
(“Libro Ragioni K”, f. 89 v)
UNA SOLENNE PROMESSA
DI MATRIMONIO
1679, gennaio 6
A.P.L., Libro dei Matrimoni (1573-1865)
“Sono venuti da me Lorenzo Richiadeo Rettore (…) Antonio figliolo di Domino Comino Feraglio di ettà de anni 16 incirca”.
Comincia così una complessa vicenda che vede coinvolti il predetto Antonio figlio di Comino “Feraglio” e Angela figlia del defunto Giulio Bernardelli dell’età di anni sette e mezzo circa.
La “storia” riguarda una promessa di matrimonio da portare ad esecuzione quando gli interessati “saranno arrivati alla ettà legittima di poter ciò fare”.
Sono presenti all’impegno solenne il predetto Comino Ferraglio, padre del giovane Antonio,, madonna Giulia, madre di Angela Bernardelli, vedova del signor Giulio ed ora moglie di messer Giuseppe, figlio di messer Giovanni Martino Bernardelli.
Quest’ultimo, in qualità di patrigno della bambina, è presente sul posto insieme a messer Giuseppe Fada “Ziozat”, a messer Lazzaro figlio di detto Fada e cugino di Angela Bernardelli, e Francesco fu Giacomo Bernardelli, altro cugino di Angela.
Garante della promessa è il rettore di Lavone don Lorenzo Richiedei. Vi sono infine come testimoni Pietro Paolo Richiedei e Ognibene Dancelli, detto “Giribinetto”di Pezzoro.
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