''Giopì e Margì'' trentaquattro anni di ottima cucina ( VERSIONE TESTUALE )Il nome fa riferimento a due maschere bergamasche, il Gioppino (quello dai tre gozzi) e sua moglie Margherita. È evidente nel nome il richiamo alla tradizione locale, con la volontà di proporre l'arte gastronomica del territorio rivisitata con cotture e presentazioni adatte al gusto di oggi.
Ricavato in un palazzo del 1700, nel borgo antico, il ristorante è stato aperto e tuttora rimane saldamente nelle mani della famiglia Foglieni, di antiche tradizioni bergamasche e ristoratori per generazioni dal 1945.
Nelle tre sale - con caratteristici soffitti a botte con mattoni a vista - servono ai tavoli ragazze nel tradizionale costume orobico. Si respira atmosfera elegante e familiare al tempo stesso.
Papà Ivar, cuoco professionista, per anni presidente prima dei cuochi bergamaschi e poi di tutti i lombardi, imprenditore nel settore della ristorazione, ha da qualche anno affidato il locale ai figli. In cucina Darwin, al quale si è affiancata la moglie Isabella Plebani. Una coppia affiatata, che in ogni piatto dimostra ispirazione, passione e cura. Del resto, i due hanno un curriculum di tutto rispetto.
Darwin ha affinatole sue qualità innate in ristoranti notissimi come l’Osteria del Ponte di Cassinetta di Lugagnano, l’Enoteca Pinchiorri di Firenze, l’Albereta di Erbusco, l’Harrys Bar di Londra.
Isabella, non da meno, ha fatto esperienza nelle cucine di alberghi 5 stelle ed è stata volto televisivo per la serie “Mezzogiorno di cuoco” su Mediaset Canale 5 e Gambero Rosso Rai Sat.
Ivar e Darwin hanno firmato le ricette di un volume sulla cucina lombarda edito dalla Regione Lombardia.
Ma il lavoro c’è anche per gli altri due figli di Ivar: Alioscha, dopo esperienze in locali di Londra, Miami, Berlino e New York, è perfetto direttore di sala (conosce cinque lingue); Barbara è prezioso jolly in cucina e in sala.
“Giopì e Margì” è un ristorante dove si gusta la più genuina cucina lombarda e italiana in generale, dando importanza alla sostanza ma senza trascurare la presentazione e il prezzo. Uno dei piatti firmati da Darwin e premiato in concorsi internazionali è il “Timballo di coda di bue al vino rosso, polenta taragna e Branzi”, un inno alla tradizione e al territorio. Un altro piatto da gustare è il “risotto con Taleggio e tartufo nero di Bracca”, ma i risotti in lista sono diversi, tutti buoni. Il menù (stampato in modo originale, con detti e poesie in bergamasco, con i vari piatti dedicati a personaggi più o meno noti) comprende le più gustose ricette della tradizione orobica e lombarda. In generale domina la carne, compresi piccione, maialino, agnello, guancialino, anche i rognoncini della nonna. Tra i primi non dimenticate i tradizionali casoncelli bergamaschi, che qui sono un’eccellenza. Notevole anche il carrello dei formaggi, con tutti i migliori prodotti della Lombardia (tra l’altro, la Bergamasca detiene il record per la produzione di formaggi Dop: ben undici). I dolci, anche al cucchiaio, sono tutti artigianali, come lo storico zabaione o la crema di nocciole e cioccolato. I vini danno ampio spazio alla produzione lombarda di qualità. Insomma, a mio giudizio, un locale da provare, per poi tornarci.
Ricordiamo che la famiglia Foglieni gestisce anche la Pasticceria Sant’Anna, storico locale nella piazza omonima, a poche decine di metri dal ristorante. Da quando se ne occupa Isabella Plebani gli affari vanno bene e il locale è risalito nelle preferenze della clientela: torte e pasticcini sono di qualità, anche le pause del pranzo di lavoro sono accattivanti, l’atmosfera è cordiale e simpatica.
Roberto Vitali
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