PRIMO MAGGIO 2017 ( VERSIONE TESTUALE )Non potevamo riempire questa pagina di maggio senza ricordare i lavoratori. Ho scelto una foto di Gian Butturini che racconta più di mille parole la condizione degli operai, ed una poesia mia, che stigmatizza come non sempre la dignità, possa essere barattata con una manciata di spiccioli.
OPERAIO
Per anni,
ho nascosto i miei occhi da lupo,
sotto una maschera di cartone pressato.
Per anni,
ho costretto il mio cuore,
in una prigione di specchi.
Per anni,
ho riportato a casa
solo borse di obbedienze civile.
Ora è tempo,
che l’elettrodo diventi zanna.
Domani, salderò le lancette all’orologio,
non timbrerò il cartellino all’uscita.
Se è un servo che cercavano,
che lo cerchino altrove.
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