GOCCE DI STORIA ( VERSIONE TESTUALE )Inventario dell’osteria di Lavone
1745 ottobre 1
Interessante è l’elenco dei “mobili” consegnati a Giuseppe Fada fu Giacomo oste dell’osteria di Lavone: “nella becaria” c’è il “socco della carne” col suo uscio dotato di chiave e catenaccio; “nella caneva” c’è una “vessola” della tenuta di circa sei zerle con sotto due legni di castagno, con le ante sopra l’inferriata, l’uscio e la scala che porta nella camera vicino alla “caminata”; nella “cosina” c’è una “banca” al fuoco, un cornicione attaccato al muro col suo “vestario” nel muro stesso, un contenitore grande per la farina e un’altra “banchetta al foco”; nella dispenza adiacente alla cucina si trovano questi mobili: un “vestiario” nel muro senza chiave, una “grenola” ed una pesa “mesa” per il pane, un “vestiario doppio”, due “resteletti” per la biancheria, due tavolini, il riparo per il balcone con la sua ramata ed anta di legno, un mortaio di pietra per il sale, “il ceraglio del forno del pane”, mentre la “caminata” ha tre telai e la stanza che le è attaccata è dotata di una “tavola” e due “banche”, una per parte; la stanza presso la cucina pure ha una “tavola” e due “banche”; ivi ci sono due balconi con due ante dotate di catenaccio; quattro sono le camere superiori, una delle quali sopra la cucina e tutte con balcone, mentre la quarta ha la “comodità” (cioè il cesso); la loggia è ben “solata” ed il corridoio che conduce alle camere ha tre balconi: sopra la cucina sta il fienile; ci sono due stalle che hanno due “bastere per il basti” ed il portico con due bastere, una per parte; infine si cita la “lenca per la tavola in caminata” e le bilance per il pane.
Lascito delle sorelle Sedaboni di Pezzaze
1746 febbraio 21
Le sorelle Maddalena e Maria fu Michele Sedaboni di Pezzaze ordinano la celebrazone di 200 messe da requiem “subito seguita la morte d’una d’esse” e così anche per la seconda quando mancherà di vita, da parte dei reverendi Viotti; lasciano scudi 6 di lire 7 l’uno, dopo la morte di entrambe, alla scola del SS. Sacramento della parrocchiale di S.Apollonio per provvedere le candele per accompagnare il SS,Viatico agli infermi; morte entrambi le testatrici, il ricavato dei loro beni sia speso per due terzi nella celebrazione di messe da parte del rettore di S. Apollonio di Pezzaze, di don Antonio Piardi o di altri sacerdoti, mentre un terzo sia speso per la fabbrica della nuova chiesa parrocchiale di Pezzaze, Le testatrici istituiscon commissari ed esecutori testamentari il reverendo rettore di S.Apollonio, Uberto Bordogni presidente della citata “Fabrica” e il presidente delle venerande scole di S. Apollonio, L’atto è rogato “in Stravignino” di Pezzaze, in una camera superiore sopra la cucina della casa delle testatrici, essendo Maria a letto, alla presenza di Francesco Salvi di Monticelli e altri testimoni di Pezzaze.
Per la “travada” del “passo Lave”
1746 aprile 17
Il Consiglio del Comune di Pezzaze apprende che “è caduta la Travada che sostiene la strada detta il passo Lave”; parendo necessario che la stessa venga riparata perché non abbia a cadere de tutto, il Consiglio da mandato ai consoli affinchè provvedano alla bisogna; scongiurando l’eventualità di un maggiore danno per tutti.
Per la costruzione di due “restelli”
1747 dicembre 16
Il Comune di Pezzaze fa riferimento ad una decisione del Consiglio di Valle in merito alla costruzione di “Restelli” custoditi con guardie “per impedire l’adito a qualunque persona, et Animale che non fossero de loro fedi”. In ottemperanza a questa direttiva gli amministratori di Pezzaze deliberano di far erigere due “restelli” (cncelli, steccati), uno a Lavone e uno “sopra la terra di Mondaro” e di estrarre a sorte, cas per casa, le “guardie che deveranno assistere a restelli mdesimi”.
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