L’OPINIONE: ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO SERVONO CORRETTIVI IMMEDIATI ( VERSIONE TESTUALE )È fra i provvedimenti più utili, direi persino più belli, approvati in questi ultimi anni. Le aziende, le famiglie, i ragazzi, le scuole, stanno sperimentando quella che viene chiamata l'alternanza Scuola-Lavoro. Una legge utile, che consente ai ragazzi di cominciare a prendere dimestichezza con fabbriche, uffici e laboratori per costruirsi meglio un'idea del loro futuro, consentendo che le aziende concorrano a realizzare una società migliore e magari anche ad intravvedere qualche buona potenzialità da prendere nel laboratorio/azienda quando il ragazzo avrà finito di studiare. Da due anni, di fatto, scuole, ragazzi e aziende sono alle prese con questa opportunità che, però, è limitata da una serie di problemi che vanno risolti nell'immediato perchè diversamente si rischia di demotivare le aziende ad accogliere i ragazzi stessi, aggravando in questo modo un problema che già esiste: ovvero quello della difficoltà delle scuole ad individuare aziende disposte ad accogliere gli alunni, “scaricando” sulle famiglie l'impegno a trovare un'azienda tutor. Ma questa sorta di “gioco” a cercare l'azienda rischia di diventare sempre più difficile se non si risolvono alcuni aspetti: quello della sicurezza in primo luogo. Naturalmente tutti siamo convinti che il tema della garanzia sulla sicurezza per un ragazzo che entra in un laboratorio è preliminare a qualsivoglia altra considerazione: sicurezza prima di tutto. Ma qui si apre il problema che in molti casi è doppio considerando che tanti ragazzi sono minorenni e quindi va steso il cosiddetto documento di valutazione dei rischi specifici, considerando, appunto, la minore età. Su tutto, naturalmente e minore o no, si dovrà passare prima attraverso una doverosa visita medica qualora la mansione lo richieda e alla formazione specifica.
E qui si aprono almeno due problemi. Il primo la definizione con il medico competente della visita di idoneità e relativi costi. Ora, io so che potrà apparire magari un po' fuori luogo accennare a questo pur modesto impegno. Ma faccio una riflessione più generale. Ragionevolmente un'azienda si può dire: ma come, io già mi metto disponibile ad accogliere il ragazzo, tutti sappiamo che i ragazzi andranno seguiti, nessuno può pensare che il periodo in azienda sia in alcun modo profittevole per l'azienda stessa, nonostante ciò tante imprese si dicono disposte ad aprire le proprie porte e alla fine le aziende non viene agevolata in alcun modo? Al di là ed oltre la cifra, la cosa mi pare perlomeno singolare. E mi chiedo perchè mai questa visita medica non debba essere garantita dal servizio sanitario nazionale come lo fu in passato per l’apprendistato?
Altro non piccolo problema. Ci sono imprese, per esempio le più piccole (le ditte individuali) che non hanno necessità di fare un documento di valutazione dei rischi. Se prendendo un ragazzo in alternanza scuola lavoro la legge lo inquadra come “lavoratore” e quindi sono costrette a doversi dotare di questo documento e di tutti gli altri adempimenti previsti dalla norma, ecco trovato un buon motivo perchè le stesse imprese (penso agli artigiani di servizio, ad esempio) non partecipino l'alternanza Scuola-Lavoro. Si badi bene: le mie sono riflessioni per favorire l'alternanza, per far sì che sia la più ampia possibile. Ma per far questo bisogna incidere con forza su alcune cose, dobbiamo dare sicurezza anche alle aziende con nuove procedure snelle e non onerose che rendano compatibile una lettura del rischio con standard definiti e che l’impresa possa assumere senza dover far fare ulteriori valutazioni con oneri conseguenti. Ho speranza che qualcosa si muova. Con l'Ufficio scolastico regionale si è definito a febbraio del 2016 un protocollo con l'intero mondo associativo bresciano di imprese, sindacati, ordini professionali, uffici pubblici delegati al lavoro e sicurezza. Da ciò ne è scaturito il lavoro di un tavolo per far si che il protocollo non resti una pur apprezzabile dichiarazione di principio, dove tutti ci impegniamo a favorire l'alternanza Scuola-Lavoro. Infatti il protocollo non basta, perchè poi ci sono alcuni aspetti, solo in apparenza piccoli, che rischiano di scoraggiare questa esperienza. Se risolviamo questi problemi le imprese saranno invece più incoraggiate ad accogliere i ragazzi, più bendisposti a favorire questa esperienza. Bisogna fare presto: l’Associazione artigiani ha alcune idee che vorrebbe portare al tavolo in modo che quei problemi sopra esposti escludano il rischio di sanzione all’impresa attraverso una risposta positiva, coerente con la vera sicurezza, ma semplice e immediata per l’impresa. Detto questo, mi permetto chiudere invitando le nostre imprese ad essere generose con l'alternanza Scuola-Lavoro, di crederci ancor di più, di accogliere con spirito giusto questi ragazzi, avendo la consapevolezza che circa l’80% dei giovani attualmente in alternanza sono accolti da piccole o piccolissime imprese. Tocca comunque a noi – a noi artigiani – forti dell’esperienza della scuola bottega da noi voluta e che di fatto ha aperto la strade alle norme regionali ed ora a quella nazionale, contribuire con un rinnovato impegno perché i giovani trovino la dimensione in un mondo del lavoro sicuro e migliore. La nostra parte la stiamo facendo, la vogliamo mettere a disposizione delle istituzioni al tavolo; adesso chiediamo alle stesse di trovare la giusta sinergia per dare risposte semplici a problemi concreti e reali..
Bortolo Agliardi
Presidente Associazione Artigiani
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