L’energia dei Malghesetti ( VERSIONE TESTUALE )Poco prima delle 21.00 I Malghesetti salgono sul palco imbracciando i loro strumenti, accolti da un pubblico numeroso. L’introduzione strumentale dal titolo Stella Tramontana composta dal batterista Maurizio Felicina fa da incipit al brano popolare A la foza molto conosciuto e si prosegue con due canzoni veramente folk e trascinanti come Signor Conte che i cultori di musica popolare conoscono come Un’Eroina, (antichissimo brano del 1400) e un ulteriore brano dal sapore mediterraneo intitolato Sotto l’albero del Piemonte dove Gabriele Zamboni (fisarmonicista) imbraccia anche il bouzouki esaltando le parti ritmiche.
Dedicato a chi opera nel volontariato è invece il pezzo country-western Gli Amici di Boo (questo il nome dell’associazione di Villa Carcina che aiuta ragazzi con disabilità).
Le storie della Valle Trompia e delle sue genti sono parte integrante del repertorio. Importante quella dell’atleta bovegnese Roberto Ghidoni in Alaska (il lupo che corre) raccontata da Massimo Mahèm Pintossi nel testo de La via granda musicata da Charlie Cinelli e a Collio riproposta per l’occasione.
Federico Crippa da San Colombano, giovanissimo fisarmonicista ci propone insieme alla band lo strumentale dal titolo La Noyée. Dopo questo stacco, un tris di canzoni popolari storiche come A lè ura a lè tarde, Sito Sito, Malghesèto, il pubblico gradisce e applaude.
La voce di Bruno Podestà ci porta all’ascolto attento dell’ultima fatica in studio del gruppo (come si apprende dal loro profilo Facebook), una poesia di Resy Pescatori intitolata Stagiù.
La fisa di Federico Crippa fa spuntare in piazza qualche ballerino sulle note della famosissima polka romagnola Tutto pepe.
Un arrangiamento raffinato che ricorda l’Irlanda quello di Dove te vétt o Mariettina, seguita dalla gogliardica La ve zó da le montagne cantata a più voci come si fa nelle osterie.
Stefano Gustinelli (chitarrista), ci presenta Töghen fò se ghè ne déter contenuta nel disco Puntalmana uscito nel 2013, una canzone che vuole raccontare i personaggi dei paesi e delle osterie. La musica è una contaminazione tra folk e latin con il basso elettrico di Giacomo Lorenzi che la fa da padrone.
Piccole incomprensioni in famiglia nel testo del country-traditional El ve zò el bubà del rùc (detta anche Vé a ca’ el bubà del ciós), ritornello con appunto la frase: “gó na fiöla de maridà ma la dóta nó la ghè l’ha…”
Insieme, con le fisarmoniche davanti a tutti, nel tipico motivo folk dal nome La Pierina che introduce tre canzoni fondamentali nella scaletta del concerto dedicate a chi nelle miniere ha lavorato, ha sofferto e talvolta ha anche perso la vita. Le miniere in Val Trompia ci sono e i Malghesetti suonano due canzoni dal repertorio della Famiglia Bregoli di Pezzaze rispettivamente Cara Moglie (la voce di Bruno Podestà ed il flauto di Maurizio Felicina in primissimo piano) e I dis che i minatori son lingéri. Per concludere il set dedicato alla tematica del lavoro ecco la conosciutissima Miniera.
Scottish di Cevo: ritmo balkan-reggae ottimamente trainato dal bouzouki di Gabriele Zamboni.
Andiamo verso la fine e purtroppo dal cielo arrivano le prime gocce di pioggia, per concludere sul tema della Resistenza con La Marì del söcher (uno dei cavalli di battaglia del gruppo) dedicata alle staffette partigiane e con L’Udùr del fé in omaggio al duro lavoro in montagna.
I Malghesetti salutano e ringraziano tutti (al mixer audio l’impeccabile Emanuele Regosini detto Emy) applausi meritati da un pubblico felice, partecipe ed attento.
“L'incanto dei brani antichi s'intreccia con nuovi testi e nuove canzoni. Il concerto dei Malghesetti è una miscela coinvolgente di sonorità attuali con canzoni, detti e ricordi della civiltà rurale delle nostre valli.”
I Malghesetti sono:
Bruno Podestà:
voce e chitarra
Gabriele Zamboni:
fisarmonica e bouzouki
Stefano Gustinelli:
chitarra acustica e cori
Federico Crippa:
fisarmonica
Giacomo Lorenzi:
basso elettrico
Maurizio Felicina:
batteria, percussioni, flauti
e voce
Info: www.malghesetti.it
Facebook: Malghesetti
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