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GLOSSARIO SEMISERIO SU UN ORGANO QUASI PERFETTO

Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



GLOSSARIO SEMISERIO SU UN ORGANO QUASI PERFETTO
( VERSIONE TESTUALE )

Il Noto Cardiologo Prof. Claudio Cuccia, ha scritto un libro dal titolo intrigante: ”Le parole del cuore – Glossario semiserio su un organo quasi perfetto” e nella nostra conviviale ce lo ha presentato. Ironizzando sui termini in uso dai medici, il Prof. Claudio Cuccia ha messo al centro l’uomo, con le sue fragilità e insicurezze.
Ha analizzato la prima parola di questo glossario molto spesso difficile da interpretare:
Me-dico termine che pone in risalto la figura del Medico (Tu dici a me); forse questo termine dovrebbe esser declinato in modo diverso come: Te-dico oppure Te-ascolto e alla fine, ai giorni nostri, si arriva al Me-annoio. La persona più o meno sana che si rivolge ad un medico, è bisognosa di un conforto, che può far bene al cuore, e se trova il medico annoiato, si sente abbandonata.
La noia dei medici: “Quale – io - è cresciuto dentro di noi fino a farci diventare miopi al punto da non cogliere la seduzione del nostro lavoro?”
La noia dei pazienti: ”I pazienti non si annoiano. Soffrono. E se si liberano dal dolore, grazie magari al medico amico, provano all’istante una nostalgia amara, la nostalgia della salute perduta, la nostalgia di casa”.
La noia di tutti: “Insomma, signori, la noia è un sussurro, inquieto finché si vuole, ma essenziale, è un sussurro che avverte che ci sei e con te devi fare i conti. La noia è un inno alla libertà, la libertà di pensare a sé, è un sentimento erroneamente intenso come insopportabile. Doniamo alla noia l’accezione che merita, vestiamola del pensiero che prima degli altri ci siamo noi. Noi, capite? Un noi vigoroso, tanto forte che gli altri non potranno più farne a meno. Di chi? Come di chi? Di noi, razza di noiosi”.
Nei corsi di formazione per giovani medici, li si deve spingere alla lettura, all’accrescimento di una cultura generale che possa agevolare l’avvicinamento al paziente. Gustave Flaubert scriveva: “Allora i due amici svilupparono una facoltà degna di compassione, Quella di riconoscere la stupidità e di non tollerarla più”. La Stupidità: “Lo stupido esiste se e solo se c’è qualcuno che lo individua e che lo addita, con tutti i rischi del caso. In un mondo dove ci sono solo stupidi, lo stupido non esisterà più, poiché nessuno lo potrà riconoscere”.
E ancora parole, le parole del cuore come Silenzio: “Non si pretende la grazia di Bach, ma chi parla e opera in ospedale lo rispetti, il silenzio, e sia in grado di dare un senso a quello di chi vorrebbe riempirsi solo di speranze e di verità”. E poi la Bellezza: “ Il bello è il luminoso frammento del sentirsi bene”. E la …”Libertà in ospedale: è fame d’aria, è desiderio di orizzonti, è rifiuto di essere catturato dal malanno, il carceriere che, ingordo, si prende tutto”.
E l’ironia prende il sopravvento ricordando la “padella”: Strumento di tortura fra i più usati in ospedale” e poi il Pappagallo: “Curioso nomignolo per l’orinale maschile a uso ospedaliero. … Signori miei, mai, e dico mai, sentirete l’uccello che vi accompagna in ospedale vociare felice una volta imprigionato li dentro. Ne udirete, forse, un lontano lamento”.
E per concludere, cari amici, “Le conoscenze scientifiche vanno spiegate, spiegate bene, e con parole povere, le uniche degne dei nostri tempi, perché la parola, a dirla con i sofisti, è un farmaco e come tale può salvare oppure uccidere”.
Serata splendida con un relatore eccezionale. Le Sue parole sono state interessanti e divertenti, serie ed ironiche. La notte poi è diventata breve perché in compagnia de “ Le parole del cuore – Glossario semiserio su un organo quasi perfetto”.

Luigi Palini
(dal notiziario del
Rotary Club Valtrompia
n.12 del 30Novembre 2017)


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