Nell'occhio del ciclone è ancora una volta l'assessorato competente al Verde pubblico del Comune di Brescia, accusato di approvare la liquidazione indiscriminata di antichi alberi, aumentata negli ultimi mesi soprattutto a causa dei lavori della metropolitana.
Una delle cause del disboscamento urbano sta nelle competenze divise tra i vari assessorati, per cui una mano semina e l'altra taglia, senza alcuna comunicazione preventiva nè programmazione o coordinamento.
Gli ecologisti in passato avevano proposto la creazione di un organismo tecnico, con parere obbligatorio sugli interventi (pubblici e privati), cui partecipino non solo i tecnici comunali ma anche esperti della società civile. Ma l'idea è naturalmente caduta nel vuoto: le ruspe non hanno tempo da perdere.
I più recenti interventi riguardano le vie Marconi ed Eritrea, viale Europa. Quelli che hanno lasciato il segno sono ancora rilevabili in via Solferino ed a Fossa Bagni. Le proteste degli abitanti dei quartieri e degli ambientalisti sono inutili: il cosiddetto progresso, oltre che della nostra aria e della nostra salute di cittadini, si nutre anche del verde, meglio se si tratta dei costosi (per la manutenzione) e troppo alti (quindi difficili da gestire) alberi più vecchi.
L'amministrazione in Loggia, di parchi in città ne ha fatti, ma i giovani arbusti servono per far tornare in attivo la statistica del Vede pubblico a Brescia, ma non possono sostituire la presenza delle vecchie piante, veri polmoni storici della città.
Intanto Brescia ha inaugurato il nuovo parco Tarello, omaggio al celebre agronomo del Cinquecento, ma gli ambientalisti puntano il dito sul patrimonio di alberi e piante in città "abbandonato a se stesso".
In provincia, come ad esempio a Borgosatollo, esistono esempi positivi di recupero ambientale mentre a Brescia ognuno va per la propria strada come l’assessorato all’ambiente che progetta e quello ai lavori pubblici abbatte alberi e scombussola verde pubblico. In base a un censimento realizzato qualche anno fa nelle principali vie cittadine era emerso che quasi il 50 percento del patrimonio arboreo era andato disperso. Purtroppo le piante, una volta tagliate, non ci sono più e sarebbe opportuno capire quali alberi piantare.
Lo scorso novembre Legambiente aveva già formulato una proposta di regolamento del verde ma tra incontri, promesse e rinvii nulla, a distanza di mesi, è stato fatto. Nel discorso rientra anche il colle Cidneo, ridotto a parcheggio selvaggio ed a tangenziale, mentre invece dovrebbe diventare il più grande parco della città, polmone verde interamente pedonalizzato. Proposta di ambientalisti.
Franco Piovani |