<div style="background-color: none transparent;"><a href="http://www.agenparl.it" title="Agenparl News Widget">Agenparl News Widget</a></div>
venerdì 22 novembre 2024 | 18:44
 Edizione del 23/04/2018
 
 Prima pagina
 Valtrompia
 Cooperativa l'aquilone
 Gocce di storia
 IL GIORNALE DI LUMEZZANE
 MISS & MISTER VALTROMPIA 2018
 Associazione Artigiani
 Europe3000
 Attualità
 Spettacoli
 Inserzioni
 Edizioni precedenti
 Informazioni
 Contattaci
 Home page








DIRETTORE RESPONSABILE
Piero Gasparini
e-mail: direzione


REDAZIONE:
e-mail: redazione
Via San Carlo,5
Gardone V.T. (BS)
Tel/Fax 030 8913473


SEGRETERIA:
e-mail: segreteria


GRAFICA:
ACV – AGENZIA GIORNALISTICA E PUBBLICITARIA
e-mail: grafica




PUBBLICITÀ:
La raccolta è affidata alla ACVPG
Via San Carlo, 5
Gardone V.T. (BS)
Tel/Fax 030 8913473 –
E-mail: ACVPG





Resistenza perché?

Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



Resistenza perché?
( VERSIONE TESTUALE )

(continua da pagina 1)
La Resistenza è servita a scongiurare tutto questo, e se è pur vero che di fatto noi siamo una colonia americana, stante le 138, una più una meno, basi statunitensi che ospitiamo da anni sul nostro territorio. È triste che sia un vile meccanico a raccontarvi tutto questo. Questo vile meccanico vuole raccontarvi d’altro, di uno dei tasselli fondamentali della Resistenza, le staffette partigiane.
Chi e cosa erano le “staffette partigiane”? Le staffette, erano ragazzi e ragazze, di un’età compresa tra i quattordici e i diciotto anni. Ragazzi insospettabili, che hanno rivestito un ruolo di primaria importanza nella lotta partigiana della provincia di Brescia.
Alcuni di loro sono sopravvissuti, altri sono stati fucilati, altri ancora deportati nei campi di concentramento. Alcuni morirono là, pochissimi di quelli che tornarono a casa riuscirono a passare l’anno. Le staffette svolgevano i compiti più disparati: trasportare le armi, recapitare messaggi, spiare le mosse del nemico e, cosa considerata vitale, rifornire dei pochi viveri che riuscivano a racimolare (per la buona volontà della maggior parte della popolazione) le postazioni partigiane, spesso arroccate in posizioni strategiche, militarmente parlando, ma estremamente faticose da raggiungere. Quando poi questo avveniva di notte (per ovvie ragioni di sicurezza), alla fatica fisica si aggiungeva il terrore inconscio e atavico che ogni essere umano, grande o piccolo, prova quando si trova solo al buio, in un ambiente che sta diventando sempre più alieno. La poesia che segue è dedicata a loro e al loro eroismo disarmato. Io sono orgoglioso di poterne prolungare il ricordo.

STAFFETTA

Ginocchia sotto il mento,
lo zaino pesante come un rimorso,
nelle notti senza luna,
fra macchie di sambuco
e siepi di nocciolo,
lungo il Golgota pietroso
che portava al rifugio partigiano.
Buio e rumori,
paure senza confini
mi strozzavano il respiro.
Ma la gioia, oh padre, la gioia,
di quelle otto paia d’occhi,
infisse come lame
nell’Eldorado di una polenta fredda,
oh padre, come posso dimenticarla?
Nel silenzio del luogo,
dove pallottole nere mi scagliarono,
ancora ne conservo il ricordo.

Il disegno qui a fianco è presente nell’antologia “… della Resistenza”, ed è opera dell’artista Leo Campanelli, un amico troppo presto andato in Paradiso. Lo vorrei salutare con un verso contenuto nell’antologia : “Arrivederci amico, per altre resistenze, sotto altri cieli”. Vi lascio con uno citazione irriverente di Corrado Guzzanti, irriverente ma purtroppo non così illogica come potrebbe apparire ad una lettura superficiale. “La dittatura è un sistema per opprimere il popolo. La democrazia è un sistema per costringere il popolo ad opprimersi da solo.”


VALTROMPIASET certificata al Tribunale Ordinario di Brescia n° 41/2006 del 23/11/2006  -  Sito internet realizzato da InternetSol di Comassi Luca