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 Edizione del 20/07/2018
 
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La ''Madonna del Castello''
Una tradizione tuttora viva sostiene che in una località denominata “Castèl”, sul territorio della frazione , sia apparsa in tempi non precisabili la Madonna. Sul luogo dell’asserita apparizione si costruisce una Santella
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La ''Madonna del Castello''
( VERSIONE TESTUALE )

L’esistenza di questa cappellina è documentata a partire dalla prima metà del secolo XVI. Quanto al toponimo “Castél” dal quale è derivata la denominazione popolare di “ Madonna del Castèl” riferita dapprima al primitivo oratorio e quindi al santuario attualmente visibile, essa deriva non dalla presenza di un antico castello o fortilizio, che non è documentata, ma più semplicemente dal fatto che il luogo su cui sorgeva il primitivo tempietto era più elevato rispetto alla zona circostante. Può essere interessante ricordare che ad Inzino il toponimo “Castèl”, compare per la prima volta in una pergamena conservata nell’archivio della Pieve e datata 9 aprile 1285. Quanto all’attuale Santuario, ufficialmente dedicato al Nome di Maria, la data 1704 incisa sull’architrave della porta principale si riferisce alla sua primitiva edificazione. Nella relazione predisposta dal pievano d’Inzino in occasione della visita pastorale effettuata dal cardinal Angelo Querini il 15-16 settembre 1765, è scritto che questo oratorio, recentemente costruito e dedicato alla Beata Vergine nella Valle d’Inzino è custodito da un romito tale Giuseppe Bonetti da Corticelle.

Nel 1809, l’arciprete annota che nel Santuario mariano si celebra la messa tre volte l’anno per volere della Comunità e altre volte per desiderio dei devoti. Dalle carte delle visite pastorali dell’ottocento e del primo novecento non si traggono elementi indicativi d’ interventi edilizi di qualche rilievo posteriori ai citati. Sempre viva comunque permane la devozione degli inzinesi e



di molti trumplini alla “Madonna del Castello”, alla quale in questi ultimi decenni è ufficialmente intitolata una Associazione che annualmente organizza una serie di manifestazioni comprese nel “Settembre Inzinese”, una tradizionale e lunga sagra che prendendo lo spunto dalla festa mariana fissata dal calendario liturgico al giorno otto di questo mese, propone una essenziale serie di appuntamenti religiosi frammisti a vari momenti culturali e di svago. Gli anni Ottanta del Novecento fanno registrare una radicale opera di risanamento e di ripristino esterno ed interno del Santuario con lavori che riguardano la copertura, la nuova pavimentazione ed il rinnovamento di ogni elemento decorativo.

Secondo lo storiografo Luigi Falsina, che come curato di Gardone dal 1917 al 1928 potè osservare direttamente questo particolare – dietro il dipinto che raffigura la Madonna con il Bambino erano alcuni affreschi ora scomparsi. Attualmente la chiesa presenta al suo interno affreschi con episodi biblici riferiti alla vita di Gesù e Maria di non scarso valore. Interessanti due dipinti conservati in sagrestia e raffiguranti rispettivamente la Natività di Maria e la Nascita di Gesù. Pregevole l’organo sistemato sulla controfacciata. Di fianco al tempio s’erge uno spazioso porticato, un tempo ricovero dei pellegrini e dei viandanti nel centro del quale spicca una grande fontana a turibolo.


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