Cancro, ischemia, degrado neuronale, infarto: questa è l'altra faccia della droga della superefficienza, quella che " fa star bene " e che permette agli assuntori prestazioni eccezionali. Un fenomeno che in passato era limitato ad alcune fasce sociali e che ora diventando di massa coinvolge anche ragazzi giovanissimi.
La mia riflessione ha messo in risalto i danni fisici, psicologici e sociali per l'uso delle droghe e sicuramente non sono la liberalizzazione o l'antiproibizionismo che possono debellare questa " Peste del 2000 ".
Sono solo la volontà e la disponibilità degli adulti a vivere i valori di solidarietà in comunione con i giovani, il punto di riferimento per crescere.
Le persone che usano le droghe non riconoscono inizialmente di avere un problema serio da risolvere. Si ritiene quindi che chi ne fa uso debba essere stimolato da chi gli è vicino a prendere atto della propria tossicodipendenza.
Pino Segantin titolare dell'Istituto Investigativo
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