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LEZIONE DI GEOGRAFIA
La domenica mattina il negozio dei miei nonni era sempre aperto, dopo la Messa si riempiva di compaesani.
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LEZIONE DI GEOGRAFIA
( VERSIONE TESTUALE )

Un crocevia di umanità, uomini e donne si riversavano nel retrobottega a condividere un bicchiere di vino, un pezzo di formaggio. Poche parole, lunghi silenzi, ma tanto calore umano. Ecco cosa percepivo da quegli incontri. Tutto era più grande di me, qualcosa rimaneva attaccato alla mia anima, qualcosa che riguardava gioie, sofferenze, dolori. In quegli attimi sembrava che la vita rallentasse e le solitudini umane paravano svanire. Nel pomeriggio Graticelle era avvolto da un silenzio irreale. Mio nonno, dopo il pisolino, prendeva il suo bastone; io ero lì ad aspettare con impazienza quel momento. Si camminava lungo i sentieri per qualche ora. Alla fine del percorso gli sedevo accanto e lui cominciava una splendida lezione di geografia.
“Gnaro, scultem bé...” Io non battevo ciglio. “Lè ghè i Coren del diaol, apena sota ghè Baita Prada. Sota ghè el Pùt de Rang, ghè po’ Buzoline de sota e Bozoline de sùra, ghè du Mele che s’encrusa, la Mela de Sarle e la Merla de Serlo. La malga Vistù l’è sota el Mufet che domina la al. Le se va en Pofe, sura Stabel fiurit. La Stanga de Basenal, la malga Gardì, le Paghere, Masne, Re-Decap, Sarlene, Bongio e Bonal. La al del la Meola e Cendoss”.
Amavo questi suoni, amavo ascoltare quelle cadenze dialettali, mi si apriva un mondo che poi ricostruivo con i miei significati. Non perdevo una parola, sembrava che anche gli alberi intorno ascoltassero il nonno per scoprire in che località fossero cresciuti. Sembrava che le lucertole si radunassero lì al sole e fossero incantate da quei suoni.Sembrava che persino il vento volesse trasportare quelle parole per l’intera valle. La lezione s’interrompeva bruscamente con il nonno che si grattava il capo perplesso. Quegli attimi si sono sedimentati nel mio cuore. L’euforia incontenibile che provavo si spegneva nell’istante in cui i nostri occhi si incontravano: lo sguardo di un vecchio sul finire della vita e quello di un gnaro che ne intuiva tutta la sofferenza. Il silenzio: testimone prezioso di quegli incontri.


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