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venerdì 22 novembre 2024 | 10:39
 Edizione del 14/11/2018
 
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GOCCE DI STORIA

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GOCCE DI STORIA
( VERSIONE TESTUALE )

UN MILESI, MAESTRO DI DUE FORNI
1850 marzo 10
L’atto di battesimo di Filippo Milesi, datato 10 marzo 1850, ci informa che il piccolo è figlio “del fu Filippo di Fiorino Milesi già capo maestro di questo Forno (Morina di Mondaro), ora quel di Tavernole” ; la mamma del neonato è Maria, figlia di Giorgio Richetti mentre il padrino è Domenico, fratello del padre: Assiste come levatrice Domenica, figlia di Francesco Melzani, che risulta essere “non approvata”

L’INONDAZIONE DEL MELLA DELL’ANNO 1850
1850 agosto 14
L’anno 1850 è segnato fra i nefasti della Valtrompia. La memore anima popolare lo chiamò l’anno delle rovine, così esordisce l’articolo del mensile <> del gennaio 1912 . << Quasi non ne gravasse abbastanza l’odiato giogo austriaco, parve che la natura volesse aggiungere un’altra desolazione coll’inondazione del Mella. I nostri vecchi ne parlano ancora con un vero raccapriccio e con negli occhi e nella voce uno strano terrore. Certo dinanzi alla loro mente non è ancora scomparsa la memoria paurosa della notte del 14 agosto 1850; quando parve alla loro immaginazione atterrita, che sulle ridenti terre triumpline passasse il finimondo. Apertesi le bibliche cateratte del cielo, cadde tale un diluvio d’acqua da piegare a terra persino un breccio a taluno l’avesse allungato fuori della finestra. Nella notte buia e paurosa non s’udiva che lo schianto delle folgori e il rimbombo del tuono. Nel dolce cielo triumplino imperversava forse l’eco furibonda di una titanica lotta celeste ? Rotolavano macigni dalle montagne, rovinavano frane. Il Mella, gonfiandosi in breve, muggiva superbo e terribile, una sua oscura minaccia; alimentato da mille correnti traboccava da ogni lato, abbatteva ponti, case, boschi antichi, allagava paesi, flagellava campi fecondi. E questa bufera furiosa, strano a dirsi, si scatenava da Bovegno in giù; così che a Collio all’indomani della notte infernale neppure si dubitava dell’immane sciagura che aveva colpito la valle sottostante. Angelo Mazzoldi, nel saggio << Della Valtrompia e della inodazione del Mella nella notte del 14 agosto. Memorie storiche raccolte dall’Avvocato Angelo Mazzoldi da Montechiaro tratto dalla Strenna bresciana per l’anno 1851 a favore dei danneggiati dal Mella. Tratteggia così i danni subiti dal territorio di Pezzaze: A Lavone nella contrada d’Ajale il mulino con la fucina annessa e cò canali che l’acqua vi recavano rovinò e travolse portando con sé anche la travata o briglia che l’innalzava. A Pezzaze il mulino di mezzo togliendoli in tanta piena l’acqua necessaria, il rio rovinò ammontandogli tutto all’intorno ciottoli e ghiaje e gli ubertosi terreni mutilando e travolgendo.
La strada nazionale che tutta la Val Trompia costeggiando il Mella percorrere, venne in vari luoghi tagliata e travolta e presso la chiesa di S. Filastrio di Tavernole interrotta per la rovina di una tomba sottostante e così pure tra Tavernole e Lavone al luogo dlle Macere. Le strade vicinali e comunali anch’esse furono in ogni dove rovinate massime quella che da Lavone conduce a Pezzaze e più ancora l’altra di Lodrino che mette a Brozzo e che è di proprietà dei quattro distretti di Bovegno ,Gardone ,Preseglie e Vestone-


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