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 Edizione del 15/05/2019
 
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LA ''ZIA RITA''
Ricordando ''zia Rita'' ed il carnevale a Magno di Gardone Valtrompia negli anni passati
Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



LA ''ZIA RITA''
( VERSIONE TESTUALE )

Il ricordo di Rita Sabatti è tuttora vivo a Magno.
Margherita Sabatti detta anche “Màrgaret”, “zia Rita” per tutti, è nata il 17 marzo 1922 da Angela Ardesi della stirpe dei “Barbècc”, soprannome di un ramo degli Ardesi di Gardone Valtrompia; per questo venne chiamata Angilina “Barbèta”; il padre di Rita era Carlo dei Sabatti, detti “Botashöle”.
Come risulta dal suo diario, Rita da giovane si è presto interessata delle ragazze, beniamine e aspiranti, della parrocchia di S. Martino.
La domenica portava in gita nei paesi vicine le sue amate ragazze; un giorno, a piedi, si raggiunse addirittura Sulzano, sul lago d'Iseo...
Memorabili i carnevali organizzati da zia Rita, che - dopo il lavoro alla Beretta - si dedicava a confezionare i vestiti per le mascherine, da buona sarta qual era, almeno un mese prima della sfilata.
“La Catìna Rizzini”, la quale aveva il negozio di merceria in paese, le procurava scampoli di stoffa colorata nei vari empori di tessuti di Brescia, ma anche dai Barbieri, negozianti di Gardone Valtrompia.
L'ultimo giorno di Carnevale zia Rita accompagnava la sfilata per le vie dell'antico paese, partendo dalla canonica.
Festosa, allegra, rasserenante era questa specie di laica processione, in un turbinio di coriandoli, stelle filanti e grida.
Tra i personaggi spiccavano Biancaneve, Arlecchino, Balanzone, un reuccio, una regina, un cavaliere, una fatina...
Durante il percorso alcune mascherine entravano nelle case a far visita ai malati del paese, regalando loro un sorriso e un momento di serenità.
Questa festa allietava tutti, anche se talora il tempo era inclemente, addirittura con “falìe” di neve.
La Rita si è sposata a 33 anni con Luigi (Gino) Sabatti dei “Càmpi” ed ha avuto il figlio Giancarlo, ma non ha mai trascurato il suo amatissimo carnevale ed anche la bella ricorrenza del giovedì grasso, essendone sempre l'instancabile animatrice.
Molti ragazzi e ragazze andavano da lei a mascherarsi con grande felicità.
La festa del carnevale era una ricorrenza sempre memorabile, da vivere insieme, in un'atmosfera di gioia ed il paese per qualche ora sembrava rivivere.
Ma la cara zia Rita ha sempre valorizzato anche la festa del giovedì grasso, a metà quaresima, con il tradizionale “rogo della vecchia”; infatti “shè brüdàa la ècia”, in un rito di purificazione ed insieme liberatorio e beneaugurante.
A lei si deve, appunto, la valorizzazione di due importanti e amate tradizioni popolari, dando a tutti l'occasione di due giornate gioiose.
“Zia Rita” ha chiuso i suoi giorni terreni il 17 giugno 2000 nel suo caro Magno, tra il rimpianto generale.
Grazie, zia Rita, per questi doni, frutto della tua spiccata sensibilità.

Carlo Sabatti


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