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 Nr.19 del 17/09/2007
 
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Tradizione, cultura, rispetto
Con l’apertura della stagione venatoria il saluto pubblico dell’Assessore provinciale Alessandro Sala ai cacciatori bresciani


   Alessandro Sala


All’apertura generale della stagione venatoria, il mio più cordiale “in bocca al lupo” a tutti i cacciatori bresciani. Come di consueto, il mio saluto si accompagna ad alcune considerazioni e a qualche raccomandazione.
Le une e le altre sono già state in parte anticipate nella lettera accompagnatoria del tesserino regionale, ma mi sembra giusto esporle qui pubblicamente, essendo la caccia un tema che in qualche misura interessa la più vasta opinione pubblica.
Per quanto riguarda le considerazioni che ritengo meritevoli di attenzione, verifico che l’attività venatoria è contrastata in modo pregiudiziale da alcune associazioni ambientaliste e soprattutto dalla Lega Abolizione Caccia, indipendentemente dal merito dei singoli provvedimenti adottati in materia dagli organi istituzionali della provincia. I ripetuti ricorsi che ogni anno si intensificano per contrastare in sede amministrativa varie deliberazioni provinciali danno la misura delle difficoltà che persistono nel trovare una sintesi tra l’esigenza della tutela della fauna selvatica e la possibilità di effettuare, nei modi e nei tempi consentiti, il prelievo venatorio ammesso nell’ambito della caccia programmata.
La recente ordinanza del presidente del TAR di Brescia che ha di fatto bloccato, su ricorso, manco a dirlo della Lega Abolizione Caccia, la preapertura della caccia da appostamento alla cornacchia, alla tortora e al merlo, non è che l’ultimo esempio di quale sia il vento che spira sulle tradizioni venatorie bresciane. E sì che il provvedimento era assai contenuto: si trattava di prelevare poche specie, per pochi giorni, in orari limitati, solo da appostamento … Niente da fare, il rischio di “gravi e irreparabili” danni alla fauna paventato dalla inossidabile Lega Abolizione Caccia è stato immediatamente recepito dal TAR in via d’urgenza, in attesa di entrare nel merito della questione a fine settembre. Con la provincia, sul banco degli imputati s’è trovato pure l’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica, colpevole di avere espresso il proprio parere favorevole alla preapertura. Così ormai vanno le cose sotto questo cielo…
Allargando il discorso e senza naturalmente avere l’intenzione di accennare a tutti i punti critici della politica venatoria, ribadisco che la direttiva europea che riguarda le deroghe è da tempo bisognosa di essere aggiornata. Non mi faccio però illusioni, visto anche l’atteggiamento passivo e remissivo di chi dovrebbe farsene portavoce nelle sedi deputate ad affrontare la questione.
A livello nazionale, dopo un interminabile e, alla fine, inutile lavoro della commissione parlamentare competente, nulla più si dice della revisione della legge 157/92 , bisognosa anch’essa di robusti aggiornamenti.
In questa situazione di fuga dalle responsabilità, rilevo al contrario che a queste non si è mai sottratto nè si sottrae l’Assessore e vice presidente della giunta regionale Beccalossi e con lei altri consiglieri regionali bresciani pur non facenti parte dell’attuale maggioranza. Mi sembra opportuno sottolinearlo e rendergliene merito.
È infatti evidente che la provincia è direttamente interessata a poter svolgere al meglio le proprie funzioni in materia di caccia in un quadro di certezza normativa, senza la quale ogni provvedimento, come abbiamo visto, corre il rischio di essere vanificato dalle azioni dei soliti censori di professione.
Nonostante tutto, voglio sperare che la stagione venatoria che sta per cominciare possa trascorrere senza ulteriori intoppi.

Il richiamo che pubblicamente rivolgo a tutti i seguaci di Diana è quello solito, ma non per questo da considerare con meno attenzione. Raccomando quindi ancora il massimo rispetto delle disposizioni di legge e del calendario venatorio. In particolare, mi preme sottolineare l’esigenza di evitare ogni sorta di pericolo per le persone, di non recare danno alle colture agricole, di comportarsi lealmente con gli agenti della vigilanza e con gli altri cacciatori.
Alla giusta pretesa di poter esercitare serenamente l’attività venatoria deve essere sempre tenuto presente il dovere di osservare scrupolosamente le regole, anche quelle non scritte ma codificate da usi e costumi delle nostre antiche tradizioni.
Credo che per recuperare credibilità e considerazione nei confronti della pubblica opinione, spesso critica quando non apertamente ostile al mondo venatorio, sia necessario che i cacciatori si dimostrino corretti e responsabili, impegnati come devono essere loro per primi alla tutela della fauna selvatica e dell’ambiente.
Ripeto anche qui tre parole che meglio di tanti discorsi possono essere, a mio parere, decisive per arrestare una deriva per nulla tranquillizzante: tradizione, cultura, rispetto sono le tre parole chiave per guardare al futuro con maggior tranquillità per tutti.


L’ASSESSORE ALLA CACCIA
DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
Alessandro Sala



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