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I Santi Faustino e Giovita nella storia
Lungo il viale che da Porta Venezia sale al Castello di Brescia si trova un sacello (monumento del XVI secolo) che ricorda la prodigiosa apparizione dei Santi Faustino e Giovita accorsi in difesa della città
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I Santi Faustino e Giovita nella storia
( VERSIONE TESTUALE )

ebastiano, l’altare di Sant’Antonio e di Santa Caterina. Sopra l’altare maggiore un tabernacolo dorato ed in alto la splendida tela dipinta dal Moretto tra il 1543 e il 1545. Il grande pittore bresciano, al quale doveva essere noto l’evento prodigioso del 1438, raffigura i Santi Faustino e Giovita nelle scintillanti armature tardomedioevali, che con una mano alzano la palma del martirio e con l’altra impugnano la spada. In alto la Vergine con il Bambino, mentre tra i due patroni vediamo San Martino vescovo, titolare della chiesa di Zanano e San Bernardino patrono di Noboli.
Questa pala è ora collocata entro la maestosa ancona seicentesca del Dossena nell’attuale parrocchiale.

Il dipinto che si trova nel palazzo comunale è del bresciano Pietro Marone (1548-1603) autore di numerose opere sparse in Valtrompia, fra esse la pala della chiesa di Noboli.
Anch’egli - come i pittori del Rinascimento bresciano Moretto, Foppa, Romanino - dipinge i patroni in veste di guerrieri.
La piccola tela (cm. 74,5 per 74) è racchiusa entro una preziosa cornice dorata che mette in risalto le figure dei Santi.
Al centro la Madonna in trono con in grembo il Bambino benedicente, ai lati Faustino e Giovita nelle corrusche armature parzialmente nascoste da un mantello.
Sotto il piede destro di San Faustino si scorge una “palla di ferro”.
È un chiaro riferimento alla attività dei Bailo di Sarezzo e dei Bombardieri di Noboli dediti alla produzione di palle da cannone.
Era antica tradizione, interrotta solo alla fine del 1700, che nella sala dove si riuniva il Consiglio Comunale fossero esposte le immagini dei Santi patroni.
La loro presenza avrebbe vigilato sulla sicurezza dei consiglieri ed ispirato loro sagge decisioni.

(nota tratta dagli articoli di Roberto Simoni pubblicati sul quindicinale “Sarezzo informa” n. 3 e n. 4 del 2006 – pubblicata sul sito del comune di Sarezzo all’indirizzo www.comune.sarezzo.bs.it)


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