Associazione Artigiani: LA STORIA DELL’ASSOCIAZIONE ( VERSIONE TESTUALE )L'Associazione Artigiani di Brescia ha ricordato il 16 giugno scorso i 75 anni dalla fondazione. Era il 16 giugno del 1945 quando, nello studio del notaio Arminio Belpietro, un gruppo di artigiani fondò, per l'appunto, l'Associazione Artigiani
In tempi normali, diciamo così, la ricorrenza sarebbe certamente carica di orgoglio, di serena attesa del domani, di felice soddisfazione per quel che è stato fatto e per quanto si potrà fare da qui in avanti. Un brindisi, strette di mano, qualche ricordo, un abbraccio.
Ma questi non sono, come noto, tempi normali. E quindi siamo un po' tutti costretti a tenerci un po' dentro questi orgogli, non possiamo abbracciarci o rincuorarci. C’è stato un brindisi ma, per così dire, un po' più contenuto.
Eppure, se c'è un tempo dove una ricorrenza che pare così antica sia invece quanto mai di impellente attualità, è proprio questo. Sorprende e quasi commuove il rileggere l'atto costitutivo dell'organizzazione. Provate a immaginare. Era il '45, Brescia e l'Italia distrutte fisicamente e moralmente. Case e capannoni a terra, migliaia di morti in guerra, le lacerazioni del Dopoguerra, le lacrime, i rancori, le difficoltà, il pegno da pagare perché l'Italia quella guerra l'aveva persa.
C'era di che sconfortarsi, era difficile pensare che potessero esserci energie residue per rialzarsi, per ricostruire, per andare avanti, per riprendere in mano – ognuno per la sua parte - un pezzo del proprio destino.
E invece... Invece il miracolo avvenne. Uomini e donne, giovani e vecchi, bianchi e rossi, insieme decisero che si poteva fare, che si doveva fare. E si ripartì, a testa bassa.
In quel 16 giugno, davanti al notaio, c'erano, come detto, un gruppetto di artigiani. Li ricordiamo con la loro qualifica perché anche questo dà il senso di come sia cambiata Brescia e l'Italia. E quindi erano presenti: Cesare Pancari (incisore), Luigi Bellini (pittore imbiancatore), Luigi De Santis (sarto), Ernesto Delpani (costruttore bambole), Lorenzo Salodini (grafico), Paolo Baldo (arredatore), Stefano Zanolini (nichelatore), Guido Allegrini (parrucchiere), Giulio Manenti (idraulico), Marco Zanoletti (falegname), Battista Belometti (pittore) e il dottor Italo Ramorino. Cesare Pancari venne nominato presidente della neonata organizzazione che trovò sede in via della Posta 9, in città, nei locali requisiti dal primo prefetto della Liberazione, l'avvocato Pietro Bulloni.
Dopo Pancari, si succedettero alla guida Gino Bellini, Guido Chizzolini, Rubens Castellani, Marco Zanoletti, Paolo Baldo che, nel 1970, affiderà la direzione dell'organizzazione a Lino Angelo Poisa. E quindi, per arrivare agli anni più recenti: nel 1980 presidente diventa Mario Albini sino al 1992, seguì Enrico Mattinzoli fino al 2015 cui succedette l'attuale presidente, Bortolo Agliardi che sottolinea come “i 75 anni dalla fondazione sono ad un tempo punto d'arrivo e di ripartenza”.
Curiosamente – sottolinea Agliardi – oggi segna la ripartenza post-Covid un po' tutta l'Italia. Anche per noi si apre una sorta di Fase 3 che altro non può poggiarsi su quanto la nostra storia ci ha insegnato. Un'azienda oppure, come nel caso nostro un'associazione di categoria, non sta sul mercato per tre quarti di secolo se non ha basi solide. Non si resta per 75 anni rappresentanti di una categoria se non hai forti fondamenta. E per noi – continua Bortolo Agliardi – queste fondamenta sono costituite dalla qualità dei principi, delle persone e dei servizi. Siamo sempre stati una organizzazione libera, avendo come unico e principale interesse quello di difendere l'interesse degli associati. E così sarà anche per i prossimi 75 anni. Sappiamo delle difficoltà che abbiamo davanti, ma siamo fiduciosi anche nelle nostre forze, nelle persone che con noi e per noi lavorano, e siamo determinati – così come lo sono stati i nostri fondatori – a ricostruire quel che è venuto meno.
“Avevamo programmato iniziative per dar lustro al 75° ma, in considerazione di quanto è accaduto quest’anno e per rispetto della fatica che le imprese stanno vivendo, si è annullato tutto nella convinzione – conclude il presidente Agliardi – che i Soci capiranno che l’Associazione in questi momenti è importante che sia concentrata, stando con i piedi ben ancorati a terra, ad aiutare le imprese a rialzarsi. Più che momenti di autocelebrazione abbiamo pensato di mantenere un solo progetto che per ora non sveliamo: la grandezza di una Associazione passa anche attraverso “segni importanti di sobrietà e testimonianza che verranno ricordati nel tempo”. Non sfugge a nessuno lo sforzo che ci aspetta. Ma abbiamo anche tante risorse cui possiamo attingere nella netta convinzione – conclude il presidente Agliardi – che al centro di tutto resterà, com'è sempre stato, l'uomo. E quindi riprendiamo un percorso solo interrotto per qualche mese con serietà, professionalità, continuità e umiltà”. Viva l'Associazione Artigiani!
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