ULTIMA LETTERA A GESÙ BAMBINO ( VERSIONE TESTUALE ) È difficile vedere in paese un anziano, sono i più a rischio e molti hanno preferito rintanarsi in casa pur di non farne la conoscenza o caderne vittima. Se è vero quello che ho sentito alla radio, muoiono male e muoiono soli, lontani dagli affetti più cari. È già arrivato su mio nonno? Spero di no, spero che ci ripensi e torni a casa. Sono due giorni che è scomparso e già mi manca, settimana scorsa ha avuto una notte agitata, ha sognato un rastrellamento tedesco, lui si era nascosto in una cisterna e si è salvato, ma i suoi amici partigiani sono stati catturati, torturati e alcuni strangolati con il filo spinato. Così tre giorni fa ha riempito il suo zaino con un paio di toscani, un fiasco di vino, un salame, due pani di segale, ci ha abbracciato con le lacrime agli occhi, ci ha ringraziato per i bei giorni passati insieme e se ne è andato. Le sue ultime parole sono state: “Non cercatemi, non mi trovereste, andrò in una piccola valle nascosta e intanto che aspetto la Signora mi godrò le storie che ogni ruscello racconta a chi le sa ascoltare. Non vorrei che a qualche indossatore di profilattici venisse in mente di rastrellare gli over novanta per rinchiuderli in una RSA, magari trasformata in un Reparto Soppressione Anziani.” Scusami se qualche lettera è sbavata, ma ci ho un magone che non hai idea, e ogni tanto mi scappa una lacrima pensando al nonno solo, al freddo, in attesa di un’amante indesiderata. Ma torniamo a noi, perché c’è qualcosa che mi dovresti spiegare. Ieri mattina, verso le undici e trenta c’era un sole tiepido ma piacevole, improvvisamente da nord è arrivata un’ondata di nebbia fitta fitta. All’interno della “gheba”, una figura allampanata, al primo momento ho pensato al fantasma di Don Chisciotte, poi la realtà è uscita da quella bambagia umidiccia. Un vecchio col casco, gli occhiali appannati, in piedi su una moto alla quale pareva avessero rubato la sella. È sceso da quella strana cavalcatura, l’ha messa sul cavalletto laterale, ha tolto un guanto fradicio, mi ha teso una manona xxl e mi ha detto: “Salve, sono il tredicesimo apostolo.” Mio padre, che incuriosito dal rumore della moto, era uscito di corsa da casa, sentite quelle parole, ha guardato lui, ha guardato me, e si è appoggiato l’indice destro alla tempia con moto rotatorio, come a dire, ma questo ha qualche rotella fuori controllo. Lui si è messo a ridere, si è tolto il casco, e ha detto: “Sto scherzando, è che sono ubriaco di nebbia, ma qualcosa di vero c’è. Dovete sapere che quando esco in moto con quei due mentecatti dei miei amici, regolarmente ci perdiamo, figuratevi con la nebbia. Ma vedo del fumo che vola in cielo, posso rubarvi un pò di caldo che a forza di battere i denti non vorrei ingoiare un paio di molari di ossido di zirconio. “Mi scusi forestiero - ha risposto mio padre - Mi casa e su casa”. L’abbiamo fatto entrare, e sedere a capotavola vicino al fuoco, offrendogli un calice di vinello nostrano, poco alcolico, ma decisamente saporito, fatto con l’uva fragola. Mio padre, curioso come una perpetua, lo ha subito braccato sulla storia del tredicesimo apostolo. “Ecco, non so da dove cominciare, non ci crederete, perché anch’io sono scettico. Dovete sapere che questa primavera, un pomeriggio, mentre ero seduto all’esterno della mia baita in montagna, incontro questo personaggio che viene a rimproverarmi per uno scritto nel quale due miei amici mi descrivono come il tredicesimo apostolo, a mia insaputa. Diceva di essere Gesù. È vero che avevo bevuto un paio di caliciotti di Amarone, ma non ero ubriaco. Prima di andarsene mi ha promesso che sarebbe tornato per chiarire il tutto. Non l’ho più visto e questo è tutto. Da allora mi è rimasto appiccicato questo soprannome, immeritato direi, per questo mi sono presentato come tredicesimo apostolo. Nel frattempo si era alzata la nebbia e il sole aveva rifatto capolino. Lo sconosciuto, prima di andarsene, ci ha lasciato un paio di litri di benzina per il nostro generatore e avendo notato che avevamo decine di cassette della frutta piene di libri, anche una bellissima antologia di Carl Sandburg, al cui interno ho trovato una fantastica poesia che ti regalo con tutto il cuore. Ah, fammi sapere se eri tu il personaggio che ha incontrato, che mio papà si sta struggendo dalla curiosità.
Hasta luego piccolo amico.
A UN CIARLATANO CONTEMPORANEO
Tu vieni avanti…strappandoti la camicia…
vociando di Gesù.
Dove la trovi quella roba?Che ne sai tu di Gesù?
Gesù aveva un modo dolce di parlare
e all’infuori di qualche banchiere e pezzo grosso
fra i truffatori di Gerusalemme
tutti amavano avere vicino questo Gesù
perché non faceva mai un passo falso
e tutto ciò che diceva accadeva e assisteva gli infermi
e dava speranza alla gente.
Tu vieni avanti spruzzandoci parole addosso,
agitando il pugno e chiamandoci dannati idioti
con ferocia tale che ti schizza la bava dalla bocca
e continui a blaterare che andremo tutti all’inferno
e tu lo sai per certo.
Le parole di Gesù io le ho lette, so quello che disse.
Tu non mi fai paura. Ho capito il tuo numero.
So quanto ne sai di Gesù.
Fu la tua cricca di banchieri e uomini d’affari
e avvocati a ingaggiare gli scagnozzi e gli assassini
che misero Gesù fuori causa.
Dico, che la stessa banda che ti sostiene
ficcò i chiodi nelle mani di questo Gesù di Nazareth.
Contro di lui si erano schierati quegli stessi ladri e picchiatori
ora schierati con te e che vivono per te.
Mi piace guardare un abile imbroglione al lavoro,
mi piacciono gli uomini che hanno fegato
ma tu sei solo un mentecatto venditore porta
a porta di vangeli di seconda mano, smerci solo
una fasulla imitazione dei beni che questo Gesù
voleva gratuiti come l’aria e il sole.
Tu dici alla gente che vive nelle baracche che Gesù
metterà tutto a posto dando loro ville nei cieli
dopo che saranno morti e i vermi se li saranno mangiati.
Tu dici alle ragazze che lavorano nei grandi magazzini
a sei dollari alla settimana che tutto ciò di cui hanno bisogno
è Gesù; prendi un italiano che lavora in fonderia, morto
senza essere vissuto, grigio e rattrappito a quarant’anni
e gli dici di guardare Gesù in croce
che tutto si sistemerà.
Ti dico che Gesù non tollererebbe la roba che stai dispensando.
Gesù si comportava diversamente.
I banchieri e gli avvocati di Gerusalemme misero i loro scagnozzi
e i loro assassini alle calcagna di Gesù
proprio perché Gesù non stava al loro gioco.
Non si sedeva tra i grandi ladri.
E furono loro che lo tradirono e lo crocifissero.
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