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Il Consìglio regionale ha recentemente approvato martedì due leggi sul prelievo in deroga e sulla
cattura dei richiami vivi
Si tratta di due leggi quadro sostanzialmente di carattere generale, che impegnano il
Consiglio regionale ad approvare entro il 15 giugno per il prelievo in deroga ed entro il mese di
giugno d’ogni anno per le catture dei richiami vivi, provvedimenti legislativi sulla scorta di
specifici piani elaborati dalla Giunta lombarda.
Il segnale politico è evidente: la Regione Lombardia non intende rinunciare alle sue
tradizioni venatorie. Soprattutto in un momento in cui si sta assistendo ad una campagna anticaccia da parte del Ministero dell'ambiente che non ha eguali negli ultimi vent'anni, con
ricorsi alla Corte Costituzionale, con sospensione di Leggi regionali come quella ligure per il
prelievo di storno, con i provvedimenti contenuti nella finanziaria che assegnano proprio a!
Ministero dell'ambiente la vigilanza sull'Istituto Nazionale della fauna di Bologna e la
determinazione dei criteri minimi uniformi che regoleranno le attività antropiche. Caccia compresa, all’interno delle zone di protezione speciale.
L'approvazione delle due leggi rappresenta il tentativo di avviare un percorso con regole
che diano certezze all'attività venatoria e al prelievo in deroga in particolare, evitando ricorsi ai
tribunali amministrativi e lunghi contenziosi che finiscono per ingenerare nel cittadino-cacciatore una sorta di sfiducia nelle stesse istituzioni.
Non vi è dubbio che le due leggi non sono risolutive di una materia così complessa, ma il
passo avanti compiuto è evidente.
La mia preoccupazione è rivolta sostanzialmente al parere da richiedere all'Istituto
nazionale per la fauna selvatica, quasi sempre negativo o nella migliore delle ipotesi contraddittorio motivato con l’inaccettabile scusa di non possedere sufficienti dati scientifici. Il che detto dall'organo tecnico scientifico a supporto dello Stato e delle Regioni, è quantomeno
paradossale.
Non è un caso che la legge approvata faccia opportunamente esplicito riferimento al
ricorso ad Istituti regionali riconosciuti invece che all’Infs.
Continuo poi ad avere qualche timore in ordine al disegno di legge governativo sul
prelievo in deroga e sull'applicazione di Rete Natura 2000.
Insomma, la strada è ancora in salita, ma certo che la Regione ha ancora una volta
dimostrato tutta la sua attenzione e sensibilità nei riguardi dell'attività venatoria.
Assessore Provinciale alla Caccia
Alessandro Sala |