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Bepi Peruchetti in una fotografia del marzo 1934 |
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La biografia di Giuseppe Alessio Peruchetti ci dice che nacque dunque a Gardone V.T. il 30 ottobre 1907 da Carlo ed Angela Savoldi, terzo di sei figli. Il nonno era Giuseppe Peruchetti, il garibaldino che, oltre che sui campi di Bezzecca, si era distinto nella vita politico-sociale della comunità. Restò orfano in giovane età e dovette ben presto affrontare la lotta per la sopravvivenza.
Iniziò a lavorare nelle aziende gardonesi, ma ormai in lui si stava scatenando la grande passione sportiva che lo portò ad essere la maggior gloria sportiva valtrumplina del primo dopoguerra.
Cominciò ancor ragazzo col difendere la rete dei ‘nerostellati’ di Gardone V.T., quindi passò al Cogozzo e a soli 17 anni venne chiamato a Brescia a sostituire il grande Trivellini.
A Brescia si batté per sette stagioni conquistando la fama che ancor oggi lo fa considerare un mito: eccezionale prontezza di riflessi, acrobatici voli d’angelo uniti a certe “guasconaggini” tipiche del suo carattere.
È storia vera, infatti, quello che successe nella partita giocata dal Brescia sul campo del Messina, quando il ‘Bepi’ si divertì per oltre mezz’ora a passare la palla agli attaccanti avversari al limite della sua area, sfidandoli a batterlo. Quelli furibondi gli spararono cannonate da tutte le parti e Peruchetti agguantava il pallone ovunque andassero, fra gli sguardi increduli ed inviperiti dei compagni di squadra.
Punto di riferimento della difesa e saracinesca paratutto gli fecero attribuire l’ormai mitico appellativo di ‘pantera nera’ felino che, nei suoi caratteri riassume quelle che furono le principali doti del grande portiere.
Entrò così in Nazionale, con il commissario Pozzo, il 17 maggio 1936, in occasione di Italia - Austria. La partita contro la forte rappresentativa straniera si concluse sul 2 a 2. Una quindicina di giorni dopo a Budapest, la Nazionale italiana sconfisse per 2 a 1 i fortissimi ungheresi e il nostro “pantera nera” si comportò da leone compiendo vere prodezze.
Come riserva partecipò poi alle olimpiadi del 1936 ed ai mondiali del 1938 entrambi vinti dall’Italia.
Peruchetti venne quindi ceduto dal Brescia all’Ambrosiana Inter. Nel corso del 1936-37 difese per venti volte la rete interista; nel ‘37-’38 (30 presenze su trenta partite) contribuì decisamente alla vincita dello scudetto che verrà bissato dall’Inter e da Peruchetti nel ’39-’40.
Ceduto dall’Inter alla Juventus disputò in bianco e nero due campionati. Appese poi le scarpe al chiodo e tornò in Valtrompia dove per anni divenne scopritore di ragazzi di talento e quindi allenatore dell’AC Beretta che riuscì a portare in serie D con Carlino Beretta, presidente.
Come abbiamo detto, scomparse tragicamente dodici anni fa, ma il suo ricordo, il ricordo della sua grande personalità e delle sue mirabili gesta sportive lo fanno ancora vivo nei nostri cuori.
Buon compleanno, Bepi.
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