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Sabato scorso, 10 novembre, si è ricordata dunque la tragedia della Seconda Guerra Mondiale con particolare riguardo al fronte di guerra Greco-Albanese (1940-1943). Il programma ha previsto il saluto del capogruppo Alpini Tavernole Cimmo, Italo Mutti cui è seguito l’intervento di Giovanni Ambrosi, Consigliere di Zona della Associazione Nazionale Alpini. Poi le vive e partecipate parole del Presidente della Sezione ANA di Brescia Davide Forlani e quelle del Vicepresidente nazionale ANA Dott. Sandro Rossi hanno preceduto la relazione sulla guerra sul fronte greco-albanese con la proiezione di immagini, a cura di Ilario Merlin.
Ha fatto da moderatore alla serata Mariano Brescianini, Presidente della Agenzia di Promozione Turistica del Territorio VALTROMPIA TURISMO.
“L’idea di organizzare questa serata è nata durante il pellegrinaggio alpino in Adamello dell’estate scorsa e precisamente mentre salivamo faticosamente verso il passo Ignaga, luogo della celebrazione della S. Messa – ha ricordato nel suo saluto il capogruppo del Gruppo Alpini Tavernole-Cimmo Italo Mutti -. Infatti, come è consuetudine dello spirito di fratellanza degli alpini, molto volentieri abbiamo conosciuto Ilario Merlin capogruppo friulano esperto conoscitore delle vicende della guerra Greco-Albanese e qui stasera relatore. Questo incontro in Adamello ha contribuito a farci riflettere sulle molteplici attività che gli alpini, e nel caso particolare il Gruppo Alpini Tavernole-Cimmo, svolgono durante l’anno nel campo sociale e del volontariato. Ne siamo naturalmente fieri, ma questo incontro è stato fortemente voluto soprattutto per ricordare l’eroica storia delle truppe alpine e di tutti gli alpini andati avanti, senza avere la presunzione di entrare nel merito delle scelte politiche di quel conflitto. Nessun alpino personalmente avrebbe voluto la guerra ma negli alpini c’è sempre stata la consapevolezza che quando la patria chiama, di qualsiasi colore sia il Governo, gli alpini rispondono come oggi ancora rispondono nelle numerose missioni cui sono chiamati. E noi dobbiamo essere fieri di avere avuto padri che hanno scritto pagine memorabili di storia, ritenendo la pace, se fosse possibile, il più bel regalo da lasciare ai nostri figli”.
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