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Egr. Direttore
Alcuni mesi fa è stato restaurato uno splendido dipinto su legno attribuito ad Antonello da Messina:
“La Vergine leggente”. Circondato da un vaporoso candido velo, lo sguardo della Vergine, più che rivolto al libro, pare assorto in pensieri profondi. Su uno sfondo di un bianco accecante due angeli stanno ponendoLe sul capo una corona adornata di gigli e di rose.
L’opera è stata restaurata da Open Care, la grande area milanese dei servizi per l’arte unica in Europa. Con grande sorpresa l’èquipe impegnata al restauro ha scoperto sotto il volto nobile e austero della Vergine un disegno elaboratissimo: l’arcangelo Michele nell’atto di sguainare la spada contro il drago. Sullo sfondo è apparsa inoltre la ricca architettura gotica di una chiesa.
Ciò ha fatto pensare che la tavoletta sia stata utilizzata precedentemente per un altro soggetto.
Il dipinto della Vergine leggente mi ha affascinato per la soave, raffinata, elegante bellezza.
Fra le molte opere che raffigurano la Vergine ricordo in modo particolare la “Madonna con il Bambino” del senese Ambrogio Lorenzetti: l’opera, del primo Trecento, esposta nella Sala di Brera, rappresenta Gesù in fasce intento a guardare fisso la Mamma che ricambia teneramente lo sguardo.
Ricordo la dolcissima e sontuosa “Madonna del libro”, di Sandro Botticelli, ricca di simboli della passione, la “Madonna che allatta il Bambino” di Bernardino Luini, autentico gioiello del Rinascimento e l’accorata espressione della Madonna del Mantenga che accarezza il volto paffuto di Gesù.
Ho citato i dipinti che ho ricordato con più facilità. Tutti invariabilmente possiedono un’intensa ricchezza spirituale poiché, oltre a ricordare il mistero dell’Immacolata, esprimono il sentimento più nobile e puro: la maternità.
Forse per questo motivo il tema della Vergine, mi è profondamente caro.
Adriana Zanagnoli |