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Ermanno Antonio Uccelli (a sx) e Muzio Chiarini |
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A nome dello stesso, e mio, gli ho trasmesso le felicitazioni per il 1° Premio conseguito come poeta, e dunque testimone del miracolo della parola. Di questo evento iniziale, primigenio. Che si è trasformato in qualcosa d'altro. Ed è diventato religione, filosofia, ideologia. Mentre la poesia conserva ancora quella scintilla originaria in grado di fermare in qualche modo la vita.
I poeti – ce lo ricorda Heidegger – «Sono i più arrischianti», quelli che osano spingere l'esperienza umana fino al suo limite, affinché ceda il suo senso o il suo non senso, in quegli abissi di verità che la poesia, la letteratura e talvolta la filosofia sanno raggiungere, al di là delle diagnosi cliniche il cui vocabolario, spesso, sembra solo un'armatura di difesa.
Quelle di Muzio Chiarini sono poesie che hanno soprattutto un grave difetto: si capiscono con assoluta chiarezza. E poi sono poesie allo stato gassoso, con lievi precipitazioni di humour, delicato e profondo. Poesie che racchiudono lo stretto necessario: i sogni, gli urti dell'esistenza, le attese, gli incontri, e tutto un tessuto reale di vita. Voglio dire che le poesie di Muzio a me pare che siano, ad un tempo, semplici e forti, inesorabili e chiare.
E ancora mi pare che nessun passo possa essere mosso, alla volta della vita, senza il soccorso di quella aleatoria complessità di ritmi, rime, cesure e melodiosità verbale e lo sprofondamento negli abissi del linguaggio che, di necessità, sono poesia.
È bello sapere che vi siano persone che producono significati a getto continuo. Disposte a fare lavoro culturale a tempo pieno. In ogni momento. Su ogni argomento. Con il quale lavoro, queste persone, reagiscono con la propria intera personalità alle rotture, ai contrasti, alle sfasature provocate da una realtà che si fa sempre meno consistente. E proprio il gettarsi in ogni discussione, nel realizzare di continuo una testimonianza vivente sui fatti, "sul campo", dà consistenza a tale reazione. Perché si sottrae alla visione miope di non voler osservare i fenomeni della realtà effettuale.
Questo comporta anche un dettato limpido, dalle tinte per niente neutre ma pigmentate, con felicità quasi domestica, perché immediatamente percepibili. Sono qualità rare. A mio avviso più che apprezzabili. Che appartengono a Muzio Chiarini. E che si confermano di poesia in poesia.
Ermanno Antonio Uccelli |