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 Nr.26 del 19/11/2007
 
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Cai Lumezzane, trent’anni d’avventure
La Valgobbia festeggia tre decadi d’alpinismo compiuti tra riflessioni e passione: è infatti il 1977 la data d’inizio dell’attività alpina a Lumezzane


   La sede del Cai


Oggi l’associazione valgobbina celebra i suoi trent’anni di fondazione. E lo fa con mostre, film, esposizioni e fotografie che caratterizzano ben tre decenni di montagne, vette scalate e gite in compagnia. È la celebrazione della riflessione, della passione, ma anche della sfida con cui l’uomo affronta la montagna. L’uomo che raggiunge la vetta di un monte sempre più alto viene considerato un eroe, un coraggioso e un abile atleta che conta solo sulle doti personali e sul rapporto con la montagna. Oggi però sembra che qualcosa nell’approccio alla scalata stia cambiando. La montagna è considerata una nemica da abbattere e si trovano tanti sotterfugi per poterla rendere succube del proprio dominio. Non è certamente questo lo spirito della sezione Cai di Lumezzane, che anzi si batte proprio per ottenere benefici dall’esperienza montana, come dimostrano alcune frasi che campeggiano su foto e cartelloni del gruppo alpino, inneggianti alla difesa dell’ambiente, alla sua protezione e responsabilità su ciò che viene fatto.
L’associazione valgobbina ha inteso dare importanza a questi eventi che l’hanno caratterizzata, attraverso una mostra di fotografie, filmati e cimeli simbolo dell’esperienza montana. In particolare, il giorno simbolo è stato sabato 10 novembre, l’open day del gruppo che ha trasformato la propria sede di via Cavour in un museo della montagna. Foto che partono dal lontano 1977, anno di fondazione, fino ad oggi, il 2007; pubblicazioni editoriali e libri riguardanti la montagna, tra cui anche pubblicazioni gestite direttamente dal Cai valgobbino (per esempio l’annuale “il Ladino”). Videocassette e strumenti audiovisivi che vedono anche in prima persona uno dei più conosciuti scalatori al mondo, Reinhold Messner. Nell’itinerario della mostra erano presenti anche alcuni cimeli, strumenti ed elementi di sicurezza utilizzati da chi intende scalare i monti. Presente poi anche un’area audiovisiva con le immagini trasmesse sulle attività svolte dal gruppo e sulle grandi imprese effettuate. Infine, una zona adibita esclusivamente alla parte alpina della montagna, la vera e propria scalata, con la presenza di un manichino alpinista e tende di rifugio. Tra i ricordi esposti c’è praticamente tutto, non solo foto di imprese montane o semplici attività di compagnia, ma anche avvisi, lettere ed inviti che possano raccontare tutta la trentennale vita degli alpinisti di Lumezzane. E, naturalmente, non possono mancare anche i documenti che riguardano la vita giuridica dell’associazione. Infatti, il Cai valgobbino è stato fondato, tra gli altri, da Piero Belotti e Aldo Cariffa, facenti parte della Federazione Escursionismo Italiano, che hanno dato vita al Gruppo Escursionisti Lumezzane.
Due date, però, contraddistinguono la vicenda di questa associazione. Nel 1996 diventa sottosezione (sezione di Gardone V.T.) e, nel 2005, diventa sezione autonoma. Durante questi anni è stato dato vita anche al GAL, il Gruppo Alpino Lumezzane. L’associazione, presieduta attualmente da Giuseppe D’Aquino, si è sempre evoluta ed infatti ha cambiato diverse sedi, per migliorare le proprie attività, fino a giungere all’attuale, in via Cavour, dove risiedono altri gruppi culturali. Altre attività celebrative sono state la proiezione di immagini e diapositive che si è svolta venerdì scorso e l’ultimo appuntamento sarà la cena sociale di sabato prossimo.

Fabio Zizzo


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