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È Giovanni Battista Lancini che ha acquistato la società veneta dal conte Pietro Arvedi. Lancini è titolare della PetraItalia, settore edilizio, ramo nuove realizzazioni e ristrutturazioni di qualità su strutture bioedilizie e bioclimatiche, con sede a Capriolo. Il Verona quindi è bresciano. Nella cordata anche un gruppo di imprenditori seri, trasparenti e molto ben disposti come Antonio Percassi, industriale di successo della Bergamasca con un passato importante da giocatore e da dirigente dell’Atalanta. La nuova proprietà bresciana del Verona ha già scelto il direttore sportivo: è Giovanni Galli. Il presidente sarà veronese, perché deve essere una figura rappresentativa per i veronesi, per la città. Ma perché un bresciano come Lancini ha scelto Verona? "Per la vicinanza con Brescia, i vicini spesso entrano in contatto. Parlano e hanno modo di conoscersi. Con il Conte Arvedi ci conosciamo da tempo. Il legame era forte, basato sul rispetto e la stima reciproca. I tifosi gialloblù possono stare tranquilli, abbiamo intenzioni molto serie. Agiremo in maniera trasparente. Illustreremo cariche e programmi. Il progetto c'è, è importante, vogliamo fare il bene del Verona".
I bresciani prendono in mano una squadra disperata fanalino di coda del girone A della C1: "Ma noi siamo qui per un grande rilancio", assicura il nuovo patron della squadra che dimostra come anche gli industriali bresciani amano il calcio. O intravedono affari convenienti? Chissà cosa pensa Corioni che il suo Brescia proprio qualche veronese voleva sfilargli.
Franco Piovani
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