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 Nr.30 del 17/12/2007
 
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''AID EL KEBIR'' IN VALTROMPIA
Dopo quasi due mesi della festa dell’ “Aid El Fitr” che ha seguito il Ramadhan, il mese del digiuno, mercoledì 19 dicembre è la “Festa del Montone”


  



  



  


Per il calendario arabo è il 10 del mese “El Hidja”. La festa è per il ricordo del profeta Ibrahem che ha sognato che voleva sgozzare suo figlio, il profeta Ismail. Quando, svegliatosi la mattina, ha raccontato al figlio il suo sogno, il figlio gli rispose che si doveva rispettare la volontà di Dio, se Dio così voleva.
Nel momento nel quale il profeta Ibrahem stava per sgozzare il suo figlio, venne un montone regalato da Dio che doveva essere sacrificato al posto del figlio.
Da questo giorno la popolazione ha seguito questa abitudine fino a che è arrivato l’Islam e il profeta Mohamed ha sempre fatto questo rito, ma con la sua generosità non ne ha fatto approfittare solo la sua famiglia, ma dice di distribuire i ¾ del montone per i bisognosi e tiene per la sua famiglia solo ¼. E fino ad oggi, generazione dopo generazione, ogni responsabile di famiglia (che può farlo) compra un montone per sgozzarlo in ricordo del profeta Ibrahem, tenendo per la sua famiglia ¼ e donando i ¾ agli altri, che possono essere zie, cugini, nonni, suoceri o persone incontrate nel momento del bisogno, che non possono comprare carne e che magari aspettano un anno intero questo momento.

Nel mio paese (l’Algeria) la festa del Montone è molto importante. Il mio papà comprava il montone un mese prima della festa, così era sicuro di avere un bel montone. La mia mamma faceva dolcetti speciali per questa festa: una pasta cotta amalgamata con datteri e spezie, molto buona e molto calorica. Il giorno prima della festa si può digiunare, perché Dio ha detto che a chi lo fa Egli perdona tutto il male compiuto l’anno precedente e pure quello che commesso l’anno seguente. Il mio papà portava il montone in questo giorno. La sera mia mamma preparava il “hene” e lo metteva tra le corna del montone. E dopo lo metteva nelle manine dei bambini. Il giorno del rito il mio papà andava alla Moschea per pregare. La mamma a casa preparava i bambini con vestiti nuovi. Al ritorno di mio papà tutta la famiglia si metteva in posa con il montone per una fotografia di ricordo. Tutta la famiglia è riunita, gli uomini sgozzano il montone. Le donne puliscono e preparano il pranzo e i piccoli giocano. Il pomeriggio il mio papà divide la carne, una piccola parte resta in casa e l’altra la divide con le persone bisognose. La sera stiamo tutti insieme a mangiare e festeggiare e ancora una volta Dio ci ha consegnato un giorno di fraternità e di umanità. Chi ha il potere festeggia e divide con il bisognoso la sua gioia e per un solo momento le persone si sentono uguali perché la festa è per tutti.

Dipende da come passarla, la “Festa del Montone” ma passa e non abbiamo bisogno del “biglietto”. Sfortunatamente per noi, qui in Valtrompia non c’è quasi niente di questa festa. Il mercoledì le persone lavorano e allora non possono andare alla Moschea a pregare. Nei cortili e nei giardini non è possibile sgozzare il montone.

Io metterò almeno il “hene” ai miei bambini il martedì sera e preparerò dolcetti orientali fatti di mandorle, cioccolato, marmellata. I più buoni sono quelli farciti di datteri. Preparo anche torte.
Volete assaggiare i miei dolcetti e le mie torte?
Volete festeggiare le feste natalizie e di fine anno, in modo “orientale”?
Potete tranquillamente chiamarmi al n. 320 4469815.
Sarò contenta di preparare dolci per voi.

Buona festa a tutti i mussulmani!
E buone feste natalizie a tutti i lettori del VALTROMPIASET.


Aicha Laribi


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