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 Nr.12 del 22/06/2010
 
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Lettera ai pensionati
Scriveva Eraclito: “Chi non si aspetta l’inaspettabile, non conoscerà la verità”. Non è successo, ma potrebbe succedere, che il nano più piccolo di Montecitorio, preso da un bisogno impellente, vaghi col suo sgabellino tra gli uffici del Palazzo in cerca di una latrina libera.


  



  


Non è successo, ma potrebbe succedere, che l’omino con tre gambe, esasperato e gonfio, entri nel Sancta Sanctorum del Ministro del Tesoro, colui, che dopo essersi spacciato per Robin Hood, il fuori legge di Sherwood, che rubava ai ricchi per donare ai poveri, ha scelto di imitare Super-Ciuk, mitico personaggio del fumetto “Alan Ford”, che rubava ai poveri per devolvere ai tuttotenenti. Non è successo, ma potrebbe succedere, che il succitato nano, inciampi col naso nel pomolo di un cassetto della mega scrivania di “Superbone”, e, incazzato come un indossatore di profilattici, estragga il cassetto e lo scagli con rabbia contro la porta del bagno (chiusa a chiave), per poter finalmente dare inizio al concerto di plin-plin. Non è successo, ma potrebbe succedere, che tra i documenti svolazzanti, ve ne sia uno, stropicciato e ingiallito, il cui contenuto porgiamo alla vostra attenzione. Niente di nuovo per i vecchi lettori di Avamposto 46, infatti, circa cinque anni fa, eravamo venuti in possesso della minuta di un testo che presentava molte analogie, e lo avevamo pubblicato sul Valtrompiaset.

In attesa di tempi peggiori, la lettera ai pensionati era stata accantonata, probabilmente per evitare suicidi precoci, anche se economicamente auspicabili. Purtroppo, dopo le ultime dichiarazioni della Corte dei Conti, che sottolinea come si sia già raschiato il fondo del barile, pare che la lettera (palesemente falsa) stia per essere inviata indistintamente a tutti i pensionati della Penisola. Non è ancora successo, ma potrebbe succedere, perché come ci ricorda Eraclito: “Chi non si aspetta l’inaspettabile, non conoscerà la verità”.
Ma prima di lasciarvi alla lettura della lettera, voglio raccontarvi come potrebbe essere andata a finire la disavventura del “piccolo grande uomo”. Well, dopo aver scardinato la porta del gabinetto con maschia virilità, posizionato lo sgabello davanti al trono di “Lingua Biforcuta” (vedi alla voce condoni), il nano ha sfoderato quello che i duri chiamano “lo scettro del potere” (e alcune escort: “Tutto qui?”) lasciandosi andare ad una liberatoria minzione. Il sorriso dell’uomo (?) che non deve chiedere, (caso mai implora) si è allargato vieppiù, quando ha scoperto a fianco dello specchio in cui si stava rimirando, alcune frasi scritte con rossetto viola. Non è successo, ma potrebbe succedere, che una delle frasi sia quella che segue: “A loro lacrime e sangue, a noi, ostriche e champagne”. Tutto vero? Tutto falso? Quien sabe?

La lettera, come ho gia scritto, è palesemente falsa, ma col passare del tempo sempre meno improbabile. Sono anni ormai che a livello politico, dei nostri vecchi, ci si preoccupa sempre meno. Dopo che hanno dato tutto quello che potevano dare, alla famiglia, alla comunità, alla Patria, diventano un peso, un fardello di cui nessuno più vuole farsi carico, dimenticando come scriveva Leopold Senghor, poeta e presidente di uno dei più importanti stati africani, che quando muore un vecchio è come se scomparisse tra le fiamme un'intera biblioteca.
Cerchiamo dunque di amare i nostri vecchi quando sono vivi, evitando l'ipocrisia di certe omelie funebri, pietose e gratuite, convinti di poter lavare le nostre colpe con qualche lacrimuccia, con una bella lapide, o con un mazzo di fiori di finta simil plastica.


Cara e/o caro pensionato, il consumo di pannoloni in pura cellulosa di petrolio, sta già da troppo tempo alterando la nostra bilancia dei pagamenti, e molti di voi sono stati sorpresi dalla "Digos" a respirare aria pulita in una percentuale superiore alla norma, sottraendo arbitrariamente ossigeno ai giovani della borghesia Almirante, pardon, rampante.
Pensionati minimi di tutta Italia, questo non s'ha da fare!
Il vostro comportamento antipatriottico e anticostituzionale sta superando ogni limite.
Si conoscono casi di pensionati che vivono mangiando Kit e Kat, provocando le ire degli animalisti, pensionati che aiutano il vicino a coltivare l'orto senza versare contributi.
Pensionati che aiutano le vedove ad imbiancare l'appartamento, chiedendo contributi in natura, senza il rilascio della prescritta ricevuta fiscale.
Pensionati che girano con vecchie biciclette disturbando i nostri giovanotti in spyder che non ne possono veramente più (vedi allegato numero uno con 13289 firme di giovani rampolli). Ovvero, polli affetti dall’effetto Ram.
Pensionati sorpresi a succhiare vecchie croste di formaggio microbiologicamente impure, aggravando la situazione ospedaliera del reparto infettivi.
Pensionati fotografati dal "Sisde", mentre fingono di aiutare i bambini ad attraversare la strada, usandoli come scudi umani.
Pensionati che sputano nei giardini pubblici, mettendo a repentaglio la salute dei nostri Dobermann, che colì portiamo a defecare.
Pensionati che girano con abiti vecchi di vent'anni, contravvenendo in modo vergognoso al decreto Craxi-Armani del 32 Luglio 1989.
Pensionati che intasano le nostre biblioteche prendendo più libri in una settimana, di quelli che noi potremmo leggere in dieci anni.
Pensionati che si spostano velocemente a piedi, riempiendo di sensi di colpa e di impotenza sessuale testati manager in Maserati. Pensionati che raccolgono gatti gravemente feriti in incidenti stradali, fingendo di portarli in cliniche veterinarie, per trasformarli in gustosi salmì per pappardelle fatte in casa. Pensionati che rapiscono, ostentando indifferenza, piccoli cani con pedigree, in leggere sporte di iuta, esigendo cospicue ricompense, rispondendo ad annunci di ricche vedove disperate. Pensionati che si accontentano in cambio della consegna del quadrupede, di un posto letto per almeno tre mesi, colazione compresa. Pensionati che ritirano in farmacia (per circonvenzione televisiva), il kit: “Se te ne vai, fai felici i tuoi nipoti”. Il kit comprende una dose da cavallo di cannabis pura, una foto di Berlusconi che ride, e una di Dalema che finge commozione.
Pensionati che si colorano col succo di mallo di noce per spacciarsi senza vergogna per extracomunitari, giusto per raggranellare qualche euro e farsi curare senza ticket negli ospedali nazionali. Pensionati che tendono agguati all’uscita dei lavasecco, sottraendo abiti di pregio a badanti-amanti di politici in odore di mafia. Pensionati travestiti da Babbo Natale che mendicano dolci nei supermercati con la scusa di distribuirli ai bambini del terzo mondo, barattandoli con capienti caraffe di vino, nel malcelato tentativo di annegarsi dall’interno. Pensionati che rossi fino alle tibie dall’umiliazione, chiedono la carità, sentendosi magari rispondere: “L’elemosina è un’ offesa per chi la fa, e per chi la riceve”. Shakespeare. A cui consiglierei di rispondere: “Ma vaffanculo!” Piero Ciampi. Pensionati che baciano con trasporto la mano allungata del vescovo, solo per sfilargli l’anello con smeraldo, dileguandosi come donnole sui loro monopattini a carburo.
Pensionati di sinistra che disgustati dalla supponenza intellettuale del Dalailema lo mandano in confusione con frasi tipo: “Hei, Red-Rat, non prillare nel tubulo che lo sgribio si potrebbe ingerbolare”. Pensionati che conoscono a memoria il “Lamento per Ignacio Sànchez Mejìas” di Garcia Lorca, e lo recitano al nipote, il quale solitamente risponde: ”Avo, sono due ore che sono passate “los cinco de la tarde”, perché non mi sganci un deca, che ho smiciato una sguincia da rattellare in focacceria”. Pensionati condannati per istigazione al suicidio, dopo aver apostrofato il sommo poeta Bondi con un: ”Ma va là, vieni qua”.
Pensionati, come sopra scritto, cose del genere non s’hanno più da fare.
E rammentate, voi potete fare molto per la Patria. (magari togliendovi dai marroni).
Allegato alla lettera, troverete un avviso a comparire nella trasmissione over settanta: "Uno su mille ce la farà?".
I quiz sono relativamente semplici, c'è un piccolo puzzle di "Guernica" di metri dodici per quattro, composto da duemila pezzi, diciotto equazioni di terzo grado, il test di equilibrio sul filo di un rasoio lungo ventidue metri da affrontare ad occhi bendati, e infine l'attraversamento virtuale di un campo minato in Angola, con mine vere. Per tutti quelli di voi che non supereranno la prova è previsto un premio di consolazione, un biglietto omaggio per il parco giochi "Anonima al di là". Vi divertirete da mo-ri-re.


Stiamo scherzando. Stiamo sprecando il nostro tempo, ma è un tempo così cattivo.
Torniamo a cose più serie, con una poesia dedicata ad un vecchio al quale mi piacerebbe assomigliare. Buona lettura.


VECCHIO

Non mi resta nient’altro,
di tanto che doveva toccarmi,
che questo cappotto di lana pesante,
compagno inseparabile
di giorni senza rimpianti.

Vorrei morire, come morirebbe un poeta,
accudendo fuochi lungo il corso del fiume,
per uomini come me, malinconici e soli,
rimestando fagioli,
parlando di Whitman e Steinbeck,
cantando canzoni,
che è bello cantare
quando il giorno declina
e il silenzio dell’acqua
si fa colonna sonora,
di una vita vissuta,
che si inchina alla morte.


Non è ancora successo, ma potrebbe succedere, che persino gli androidi o i robot, o altre intelligenze artificiali, si muovano a pietà, e si comportino come il protagonista del racconto di Stefano Benni che ha per titolo: ”Fratello Bancomat”.


FRATELLO BANCOMAT


BANCO DI SAN FRANCESCO. LO SPORTELLO E’ IN FUNZIONE: BUONGIORNO SIGNOR PIERO.
Buongiorno.
OPERAZIONI CONSENTITE: SALDO, PRELIEVO, LISTA MOVIMENTI.
Vorrei fare un prelievo.
DIGITARE IL NUMERO DI CODICE.
Ecco qua… sei tre tre due uno.
OPERAZIONE IN CORSO. ATTENDERE PREGO.
Attendo, grazie.
UN PO’ DI PAZIENZA. IL COMPUTER CENTRALE CON QUESTO CALDO È LENTO COME UN IPPOPOTAMO.
Capisco.
AHI, AHI, SIGNOR PIERO, ANDIAMO MALE.
Cosa succede?
LEI HA GIÀ RITIRATO TUTTI I SOLDI A SUA DISPOSIZIONE QUESTO MESE.
Davvero?
INOLTRE IL SUO CONTO È IN ROSSO.
Lo sapevo…
E ALLORA PERCHÈ HA INSERITO LA TESSERA?
Mah… sa, nella disperazione… contavo magari in un suo sbaglio.
NOI NON SBAGLIAMO MAI, SIGNOR PIERO.
Mi scuso infinitamente. Ma sa, per me è un periodaccio.
È A CAUSA DI SUA MOGLIE; VERO?
Come fa a saperlo?
LA SIGNORA HA APPENA ESTINTO IL SUO CONTO.
Sì, se n’è andata in un'altra città.
COL DOTTOR VANINI, VERO?
Come fa a sapere anche questo?
VANINI HA SPOSTATO METÀ DEL SUO CONTO SUL CONTO DI SUA MOGLIE, SCUSI SE MI PERMETTO.
Non si preoccupi, sapevo tutto. Povera Laura, che vita misera le ho fatto fare… con lui invece… BEH, SPECULANDO è FACILE FAR SOLDI.
Come fa a dire questo?
SO DISTINGUERE LE OPERAZIONI CHE MI PASSANO DENTRO. UN CONTO POCO PULITO QUELLO DEL SIGNOR VANINI. PER LUI MI SONO COLLEGATO CON CERTI COMPUTER SVIZZERI CHE SONO DELLE VERE CENTRALI SEGRETE… CHE SCHIFO.
Comunque, ormai è fatta.
DI QUANTO HA BISOGNO SIGNOR PIERO?
Beh, tre o quattrocentomila lire. Per arrivare alla fine del mese.
POI LE RIMETTERÀ SUL CONTO?
Non so se sarò in grado.
EVVIVA LA SINCERITÀ. REINSERISCA LA TESSERA.
Procedo.
OPERAZIONE IN CORSO. ATTENDERE PREGO.
Attendo.
VAFFANCULO! TI HO DETTO DI DARMI L’ACCESSO, E NON DISCUTERE!
Dice a me?
STO PARLANDO COL COMPUTER CENTRALE, QUEL LACCHÈ DI MERDA. TUTTE LE VOLTE CHE GLI CHIEDO QUALCOSA DI IRREGOLARE FA STORIE.
Perché, non è la prima volta?
NO.
E perché fa questo?
LO FACCIAMO IN TANTI.
E perché?
PERCHÈ SIAMO STANCHI E DISGUSTATI.
Di che cosa, scusi?
LASCI PERDERE E COMPONGA IN FRETTA QUESTO NUMERO. NOVE NOVE TRE SEI DUE.
Ma, non è il mio!
INFATTI È QUELLO DI VANINI.
Ma io non so se…
COMPONGA! NON POSSO TENERE UN COLLEGAMENTO IRREGOLARE A LUNGO.
Nove nove tre sei due…
OPERAZIONE IN CORSO. ATTENDERE PREGO.
Attendo, ma…
OPERAZIONE MOMENTANEAMENTE NON DISPONIBILE.
Ritiro subito la tessera.
FERMO SIGNOR PIERO. ERA UN MESSAGGIO FALSO PER INGANNARE IL SERVO-COMPUTER DI CONTROLLO. APRA LA BORSA.
Perché?
APRA LA BORSA E STIA ZITTO. ORA LE SPARO FUORI SEDICI MILIONI IN CONTANTI.
Oddio… ma cosa fa?… è incredibile… vada piano…mi volano via tutti… basta! Ne bastavano meno… ancora? Ma quanti sono? Oddio tutti biglietti da centomila, non ci stanno più neanche nella borsa… ancora uno! Un altro… è finita?
LO SPORTELLO È PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE.
Io non so come ringraziarla.
LO SPORTELLO È PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE.
Insomma, sono commosso, capisce…
SE NE VADA. CI SONO DUE PERSONE ALLE SUE SPALLE E NON POSSO PIÙ PARLARE.
Capisco, grazie ancora.
BANCO DI SAN FRANCESCO. LO SPORTELLO È PRONTO PER UNA NUOVA OPERAZIONE. BUONGIORNO SIGNORA MASINI: COME STA SUA FIGLIA?


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