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TERZA INDAGINE CONOSCITIVA SULL’ABUSIVISMO NEL SETTORE ARTIGIANATO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA

Leggi l'articolo completo in forma testuale ( clicca qui )



TERZA INDAGINE CONOSCITIVA SULL’ABUSIVISMO NEL SETTORE ARTIGIANATO DELLA PROVINCIA DI BRESCIA
( VERSIONE TESTUALE )

Le imprese intervistate vivono con amarezza e rabbia il fenomeno dell’abusivismo, in particolar modo nell’attuale situazione dove la ripresa annunciata da più parti non riguarda ancora i settori maggiormente colpiti dal fenomeno abusivo. Nello specifico, le attività abusive che operano nella filiera dell’edilizia (muratori, piastrellisti, imbianchini, elettricisti e idraulici) sono in grado di operare con costi notevolmente ridotti rispetto all’operatore regolarmente iscritto e qualificato, anche attraverso l’acquisto di materiali e attrezzature negli stessi centri e alle stesse condizioni di sconto dove si riforniscono gli operatori regolari, e al tempo stesso evitando la tracciabilità, attraverso il pagamento dello scontrino fiscale.
Il lavoro abusivo è presente principalmente in alcune categorie sociali: 1) Dipendenti che svolgono la loro attività fuori dall’orario di lavoro regolare spesso presso gli stessi clienti del proprio datore di lavoro; 2) Pensionati siano essi ex lavoratori dipendenti (che rappresentano la maggior percentuale degli abusivi) o ex artigiani, che per l’alta qualificazione raggiunta dopo anni di esperienza, vengono contattati direttamente dai privati per i quali hanno operato in precedenza; 3) Casalinghe o Studenti nella possibilità di avere un’occupazione saltuaria non particolarmente impegnativa tale da garantire un entrata, e per la quale non siano richieste specifica professionalità o esperienza; 4) Non occupati a causa della difficoltà di conseguire una nuova occupazione dopo aver perso il lavoro o coloro i quali sono alla ricerca di prima occupazione.
Le varie categorie sociali di abusivi, spesso risultano essere collegate tra loro collaborando laddove l’attività da svolgere preveda più professionalità, distinte per tipologia o di filiera, come nel caso dell’Edilizia. L’Abusivismo trova ragione d’essere anche nella “convenienza” del privato che rivolgendosi all’abusivo sfugge all’Imposta sul Valore Aggiunto.

SINTESI
DELL'INDAGINE

Uno studio risalente al 1977 elaborato dal CELSTAR, Centro Lombardo Studi Artigianato Regionale, costituito dall’Associazione Artigiani di Brescia, Como e Mantova, indicava a fronte di 25.000 Imprese Artigiane regolarmente iscritte alla CCIAA di Brescia la presenza di lavoratori abusivi, al tempo definiti clandestini in 7.500 unità ovvero il 30,00%. Quarant’anni dopo, su un totale di 34.8654 Imprese Artigiane di Brescia, gli abusivi risultano essere 13.798 ovvero il 39,58% delle Imprese iscritte alla C.C.I.A.A. Dalla rilevazione effettuata, le Imprese Artigiane in provincia di Brescia nel periodo 2002-2017 sono diminuite dell’4,54%, particolarmente pesante risulta essere la diminuzione nell’ultimo quinquennio 2012-2017 con un – 7,83% mentre nel pari periodo il numero totale delle Imprese bresciane è aumentato del 7,62%. Seppure nel periodo rilevato 2002-2017 si determini un’inversione di tendenza del numero degli Abusivi con una diminuzione complessiva dell’8,77% , le Aree della Valle Trompia e del Lago di Garda annotano un aumento rispettivamente del + 18,90% e del + 13,22%.
Quanto alle attività dove il numero degli abusivi è significativamente in aumento nel periodo 2002-2017 troviamo i Giardinieri + 166,93%, Traslochi, Trasporti e Taxisti + 147,12%, Pulizie +49,12%, Estetiste e Manicure + 46,39%.
Resta comunque racchiuso nella filiera dell’Edilizia ( Elettricisti, Idraulici, Imbianchini,Muratori,Piastrellisti ) il maggior numero di abusivi che rappresentano il 47,83% del totale. La Posizione Sociale in cui è maggiormente presente il Fenomeno Abusivo è quello dei Pensionati ex Dipendenti – ex Artigiani che rappresentano il 52,25% del totale. Pressoché stabile la percentuale dei Dipendenti 30,51% e quella dei Non Occupati 15,69% in netta diminuzione la percentuale di Casalinghe e Studenti 1,55%. L’età media degli Abusivi è di 51anni.

PROPOSTA DI LEGGE

L’attuale Normativa non risulta essere efficace nell’attività di repressione del fenomeno. I danni per la collettività sono ingenti non solo dal punto di vista Erariale e Previdenziale, ma in particolare per la mancanza di qualsiasi tipo di garanzia sulla qualità del servizio offerto dal lavoratore abusivo che opera nel sommerso e quindi svincolato da ogni tipo di controllo e responsabilità sul lavoro svolto rispetto alle aziende regolarmente iscritte all’Albo e assoggettate a regolari aggiornamenti e verifiche di qualità.
La proposta è già in sede di commissione al Senato della Repubblica e prevede sanzioni fino da Euro 2 mila a Euro 20 mila per l'esercizio abusivo dell’attività, e reclusione fino a 2 anni in caso di lesioni ai beneficiari del servizio abusivo. Vedasi il caso di trasporto persone o istallazione di impianti. La Norma dovrà prevedere oltre le sanzioni penali, anche il sequestro degli strumenti utilizzati per l’esercizio dell’attività siano essi Mobili o Immobili, oltre alla sospensione e successivo ritiro, in caso di recidiva, della patente di guida laddove il soggetto abusivo utilizzi un mezzo per il trasporto di persone.
Le sanzioni andranno estese anche a coloro che, come prestanome certifichino l’attività svolta dall’Abusivo. Le funzioni sanzionatorie andrebbero assegnate a specifiche Commissioni Provinciali dell’Artigianato costituite presso le C.C.I.A.A. da rappresentanze delle Organizzazioni Artigiane presenti sul territorio provinciale affiancati da personale dell’Ente Camerale. Le suddette Commissioni avranno poi il compito di segnalare agli Organi Competenti: Agenzia delle Entrate, INPS, INAIL, ASST, Guardia di Finanza e Comuni la specifica delle violazioni accertate per gli atti di loro competenza.


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