Carissimo Gruppo “Amici di Don Remo”

Carissimi lettori del settimanale “VALTROMPIASET”

A voi tutti e ad ognuno in particolare, arrivi il mio primo saluto dalla mia nuova sede di missione. Mi viene spontanea la voglia di gridare: “W Don Remo”. Ho letto con curiosità e interesse le vostre avventure in Bolivia. Mi sono sentito uno di voi in ogni momento specialmente nelle celebrazioni del 20mo del volo al cielo del nostro “gabbiano”. Non vi nascondo che ho sentito un po’ di nostalgia di voi e un po’ anche di...gelosia...santa per non essere stato con voi.
Gli operatori di bene toccano sempre il cuore di tutti e nel cuore si trova sempre il Signore il creatore dell’amore e di ogni bene.
Naturalmente il mio saluto si estende a tutti coloro che vi seguono, vi sostengono, che vivono con voi l’orizzonte senza confini che ha caratterizzato la vita del caro Don Remo. Vi auguro serenità, fede, salute nel corpo e gioia nello spirito. Il nuovo anno 2007 sia pieno di grazie e di fede.
- Io mi sto abituando non solo alla nuova sede ma anche ad un impegno che per mesi non avevo ritenuto come una priorità. La comunità di Osizweni, gli ammalati di AIDS, gli angioletti... non mi lasciavano molto spazio e tempo per altri impegni. A questo aggiungo che avevo posto la mia fiducia nelle responsabilità e maturità dei missionari.
Ma ora, obbediente ai superiori, sono approdato a Pretoria dovendo attuare il programma che dice che il superiore della regione deve dimorare in un centro da dove si rende più disponibile al servizio dei padri e la sua sede è il punto di riferimento per tutto l’istituto.

Il 3 Dicembre 2006 ad Osizweni abbiamo celebrato il saluto e l’ingresso del nuovo missionario. Serenamente con un comune accordo decidemmo di unificare i due avvenimenti.
A me partente ed alla comunità ho ricordato con chiarezza la parola del Signore che dice: “Chi manderò” “Eccomi, Signore, manda me!” risposi. Cosi il saluto è stato meraviglioso con una cerimonia altamente commuovente. L’ingresso in chiesa attorniato da una schiera di angioletti danzanti ha dato l’inizio ad una colorata cerimonia piena di una coreografia spettacolare tipica africana e zulu.
Dalle parole alle azioni il saluto e la consegna della missione a Padre Ze’ Martins Fernandes, portoghese ma che parla correttamente l’italiano. Fu una cerimonia che ha commosso e che rimarrà nel cuore di tutti. Come segno dell’accoglienza della comunità il padre fu incoronato col segno dell’anziano – isicoco – corona fatta di pelle di leopardo (vedi foto). In seguito gli consegnai le chiavi del tabernacolo come custode dell’eucaristia e di una candela accesa, segno dell’azione pastorale.
La festa si concluse nel salone dove dai più piccoli agli anziani vollero manifestare la loro riconoscenza per quanto, insieme, con la benedizione del Signore e la solidarietà dei benefattori, in otto anni abbiamo realizzato.

Non sarei sincero se affermassi che la missione di Osizweni e i 400 angioletti, non mi mancano. Ma ora mi sto convincendo che il nuovo mandato è più delicato, ha bisogno di più sensibilità missionaria e sacerdotale, di comprensione, di preghiera e tanta santità di vita.
Se mi dite un “Ave Maria” ne sono riconoscente. Chissà che con la vostra fede facciate dei miracoli! - Auguri d’ogni bene a tutti. Coraggio, sempre avanti! La comunione dei santi è sempre l’orizzonte senza confini che ci tiene uniti ovunque ci troviamo.
Un abbraccio a tutti. Ma un abbraccio tutto speciale ve lo riservo al vostro arrivo in Sud Africa!
Una preghiera e benedizione per tutti,

Aff.mo

P. Tarcisio Foccoli
missionario della Consolata