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domenica 28 aprile 2024 | 06:34
 Nr.2 del 18/02/2008
 
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L’Ici tolta a Brescia: un provvedimento elettorale?
È operativo il documento che esonera dal pagamento dell'imposta 63.500 proprietari di prima casa a Brescia, e che alla Loggia costerà 8,5 milioni di mancati introiti


   Paolo Corsini



   Adriano Paroli


Tutti d'accordo per cui il Consiglio comunale di Brescia ha approvato la delibera taglia-Ici proposta dalla Giunta. Il commento di un cittadino: "Giusto togliere una tassa ingiustificata, il fatto che a toglierla sia lo stesso Sindaco che un anno e mezzo fa scrisse una lettera all'allora Presidente del Consiglio denunciando la catastrofe che si sarebbe avverata se si fosse tolta l'Ici... fa pensare un po' male no?". Un interrogativo posto non a caso, constatato come le promesse dei politici troppo spesso sono disattese tanto che un altro cittadino osserva: "Potrà anche essere un provvedimento elettorale. Intanto è stato messo in opera; sarà compito della Giunta che verrà non farsi sfiorare dalla tentazione di reintegrare l'ICI sulla prima casa, odiosa ed ingiusta, e pesantemente sul groppone del ceto medio-basso". Sul piano politico il sindaco Paolo Corsini osserva che "l’intervento sull’Ici ha una base strutturale che non avrebbe avuto se si fosse seguito il consiglio dell’on. Adriano Paroli di utilizzare i dividendi Asm". Affermazione non certo benevola verso il candidato del centro-destra a succedergli in palazzo Loggia?

Per Rocco Vergani (Ds) "Il centrosinistra in questi anni ha amministrato bene e ora, grazie anche al Governo centrale, ha avuto la possibilità di togliere l’Ici". Viene in mente il popolare: "Chi si loda s'imbroda", soprattutto ora tanto che il Governo che ha sostenuto non c'è più. Forse valeva la pena si risparmiasse l'elogio. Luciano Cantoni (Partito socialista) definisce "corretta" la scelta "di portare l’aliquota al livello più basso possibile, in quanto è strutturale". Andrea Bartoli (La Civica) rivendica di aver "già suggerito l’anno scorso alla Giunta di agire più sulle detrazioni che sull’aliquota". Per Giovanbattista Colangelo (Repubblicani europei) "…sono state mantenute le promesse, anche grazie al Governo Prodi". Purtroppo, per lui ed i suoi amici, "sfiduciato".
Manlio Vicini (Prc), avrebbe preferito che l'imposta fosse rimasta in vigore per chi ha fatto della casa non una necessità abitativa ma un investimento immobiliare.
Altra musica dall’opposizione. Adriano Paroli (Forza Italia), che pure ha votato a favore: "Ci sono almeno tre ragioni per le quali il provvedimento non è del tutto condivisibile: perché è strumentale, perché non è strutturale e perché è incoerente (dell’abolizione dell’Ici si farà carico non questa bensì la prossima Amministrazione). Inoltre è presente un pregiudizio ideologico di fondo: l’Ici andrebbe abolita non su una parte, ma su tutte le prime case, dal momento che non producono reddito. E peraltro buona parte di quelle escluse dalla detrazione sono tutt’altro che abitazioni di lusso".
Antonio D’Azzeo (An) rimarca che "l’idea di abolire l’Ici è da sempre un cavallo di battaglia del centrodestra". Ma poi commenta: "L’aliquota è stata abbassata dopo che a inizio amministrazione era stata alzata". Inoltre: "La revisione degli estimi catastali, aumentando l’imponibile, finirà con l’annullare in molti casi l’effetto della delibera".
Cesare Galli (Lega Nord): ha bollato il provvedimento come mera propaganda per comprare voti: "Non è certamente un caso che l’Ici venga ridotta poco prima delle elezioni. Inoltre le famiglie che vivono in affitto e le attività produttive sono penalizzate da questa delibera: ritengo che per gli immobili affittati e le attività produttive l’Ici vada riportata ai livelli del 2002, ossia al 5 per mille".
Per Giovanni Petriccione (Liberaldemocratici) "…è indubbio che l’Ici potesse essere tagliata prima della scadenza elettorale, così come prima poteva essere ridotto il costo dei parcheggi".

Durante la seduta il consigliere Nicola Orto (Udc) ha chiesto di valutare la possibilità di istituire uno specifico assessorato alla famiglia, per realizzare e controllare politiche e servizi integrati sul tema. Il testo è stato sostenuto da Forza Italia, Alleanza Nazionale e dalla Lega Nord. Alla fine la proposta è stata cassata dalla maggioranza (23 voti contrari, solo 13 favorevoli). (f.pio.)


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