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 Nr.4 del 03/03/2008
 
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Il rimbalzo della produzione industriale
In gennaio la produzione industriale ha registrato un rimbalzo dopo la forte caduta registrata il mese precedente sulla quale avevano influito anche l’interruzione dell’attività durante le feste natalizie


   Franco Tamburini, Presidente AIB


L’aumento dell’attività produttiva è stato determinato dalla dinamica positiva delle vendite sia sul mercato interno sia su quello estero. Le prospettive a breve sono moderatamente positive sebbene vi siano forti incognite per quanto riguarda l’andamento dei prezzi delle materie prime e delle fonti energetiche, nonché del tasso di cambio euro/dollaro. Queste, in sintesi, le indicazioni che emergono dall’indagine congiunturale mensile condotta dal Centro Studi dell’AIB su un campione di 250 imprese associate. Ritornando ai dati di gennaio, la produzione è aumentata in tutti i settori, ad eccezione del “calzaturiero”, “legno e mobilio”, “meccanica tradizionale e mezzi di trasporto”. Le variazioni positive più significative si sono invece registrate nei settori: “abbigliamento”, “agroalimentare e caseario, “chimico, gomma e plastica”, “metallurgico e siderurgico” e “tessile”.
La dinamica dell’attività produttiva per classi dimensionali ha evidenziato variazioni positive in tutte le classi, in particolare nelle imprese piccole e maggiori.
La produzione in gennaio è aumentata per 40 imprese su 100 (7 nella rilevazione di dicembre 2007), non è variata per 47 (51) e diminuita per 13 (42). Le imprese soddisfatte dei propri livelli di attività, in rapporto alla potenzialità aziendale, sono il 13% e quelle insoddisfatte il 25%.
L’utilizzo degli impianti riflette sostanzialmente l’andamento dell’attività produttiva, con una percentuale del 29% di imprese che dichiara di averlo aumentato, del 62% di quelle che non lo ha variato e del 9% di quelle che lo ha diminuito. Il livello di utilizzo della capacità produttiva, rispetto al potenziale, è giudicato alto dal 13% delle aziende, basso dal 19% e normale dal 68%.
Le vendite sul mercato nazionale sono cresciute per il 36% delle imprese (9% nella precedente rilevazione), non sono variate per il 48% (47%) e diminuite per il 17% (44%).
Le vendite verso i Paesi UE sono aumentate per il 33%, rimaste invariate per il 50% e diminuite per il 17%; quelle verso i Paesi Extra UE hanno subito variazioni positive per il 27% del campione, nulle per il 59% e negative per il 14%.
Le giacenze di prodotti finiti risultano adeguate alle esigenze per il 91% delle imprese, alte per il 4% e basse per il 5%.
Le scorte di materie prime risultano normali per l’80% delle aziende, alte per l’8% e basse per il 12%.
La manodopera è aumentata per l’8% delle aziende, è rimasta invariata per l’80% e diminuita per il 12%.
Le prospettive a breve termine sono moderatamente positive; infatti, il 27% delle imprese prevede di aumentarla, il 65% di diminuirla ed il restante 8% di mantenerla stabile.
L’utilizzo degli impianti presenta un profilo sostanzialmente simile a quello della produzione: il 15% delle aziende prevede di aumentarlo, il 7% di ridurlo e il 78% di mantenerlo stabile.
Gli ordini dal mercato interno sono previsti in aumento dal 23% delle aziende, stabili dal 63% e in diminuzione dal 14%.
Gli ordini dai Paesi dell’UE sono attesi in crescita dal 21% delle aziende, stabili dal 71% e in calo dall’8%.
Gli ordini dai Paesi extra UE sono previsti in aumento dal 13% delle imprese, stazionari dal 72% e in diminuzione dal 15%.
La manodopera è prevista stabile dall’81% delle aziende, in diminuzione dal 13% e in aumento dal 6%.


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