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 Nr.3 del 12/02/2007
 
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AVAMPOSTO 46



   Uragano e Galveston (Texas), nel 900


URAGANI E TORNADO

Sono considerati fra le manifestazioni più violente della natura. I venti che caratterizzano questi cicloni possono raggiungere velocità di oltre 400 chilometri all'ora. Questi spaventosi vortici riescono a sollevare oggetti di cento tonnellate ed oltre. Difficile studiarli perché sono fenomeni impossibili da riprodurre in laboratorio. Possono colpire molte aree della Terra. Il Texas è considerato la culla dei tornado a causa della grande aridità dei suoli. Questa zona si trova nel punto dove l'aria caldo-umida si solleva dal Golfo del Messico per scontrarsi con l'aria secca e fresca proveniente dall'Ovest. Ciò può creare incredibili nubi che si sollevano anche per 18 mila metri dal suolo. S'inizia con trombe d'aria sempre più numerose. Le nuvole ruotano in cielo, si contorcono su sé stesse per poi distendersi, incontrano correnti atmosferiche di vario tipo e infine dànno vita a un tornado che si abbatte violentemente, e con furia devastatrice, sulla terra, sotto forma di vento vorticoso.

Fino a pochi anni fa le apparecchiature per segnalare i tornado erano scadenti e di conseguenza erano molte le persone che perdevano la vita. Questo fino al 1966. Quaranta anni più tardi nuove tecnologie significano la differenza fra la vita e la morte. Un radar speciale, il Doppler, consente di capire che cosa succede al loro interno e, grazie ad immagini ad alta definizione ricavate con l'aiuto dei satelliti, i meteorologi sono ora in grado di prevedere questi violenti temporali mentre si stanno formando. Quindi con l'aiuto di carte dell'atmosfera essi possono intuire quali saranno le evoluzioni nelle ore successive e lanciare appelli radio e televisivi alle popolazioni.
Il radar Doppler è davvero unico perché può rilevare non solo la rotazione dei venti turbinosi ma anche la direzione con la quale essi ruotano all'interno dell'uragano e si trasformano in tornado. Laboratori mobili forniti di radar Doppler sono in grado di sezionare ed esaminare le nuvole con estrema precisione e quindi osservare i vari tornado da vicino. Ci sono molte domande a proposito di questi fenomeni così violenti, e di spettacolare portata, cui i meteorologi non sanno ancora dare una risposta: quale aspetto abbiano all'interno, ad esempio, così come si ignora perché hanno una fine. Mentre ben si sa come hanno inizio.
Vi sono le nuvole turbinose del temporale. Poi comincia con un "muro di nuvole" (così è conosciuto dagli scienziati) che si contorce sino a formare una spirale che sembra un trapano ad alta velocità che perfora il terreno. La sorprendente azione del vortice ha una durata che si aggira intorno ai dieci minuti, durante i quali il cielo si riempie di migliaia di coriandoli: sono le gigantesche travi di acciaio, enormi parti di edifici che vengono divelti e lanciati per aria. Una vigorìa mostruosa che inghiotte letteralmente autocarri, li solleva in aria a decine di metri, sfidando la forza di gravità, quindi li rigetta fuori. Una energia spaventosa, capace di impadronirsi di oggetti che possono pesare oltre mille/1500 chili, spostarli in alto per oltre trenta metri ad una velocità di 150 kmh. Tutto questo in una manciata di secondi. Non si riesce proprio ad avere la più vaga idea quale tipo di potenza quel vento sia capace di sviluppare. Ciò che si comprende bene è che questa straordinaria forza della natura, oltre a lasciare attonito e stupefatto chiunque, ha una furia devastatrice che si abbatte con una violenza incontrollabile e inaudita.
Si mettono a confronto le riprese video con quelle radar e con i dati meteorologici. Queste testimonianze sono di grande valore per gli studiosi perché possono svelare i molti misteri scientifici racchiusi in un gioco della natura che si anima con tempi velocissimi e lo scatenarsi di enormi energie. Lo scopo è quello di osservare e analizzare finalmente questo fenomeno per prevedere, con rapidità e precisione, le sue mosse con largo anticipo in modo da preservare e salvaguardare il più possibile tante vite umane.

I nuovi delinquenti

C’è una nuova categoria di fuorilegge, quella dei motociclisti. Nella molteplicità delle loro discipline, riescono a disturbare tutti. Dai guidatori di Suv, che se li vedono sfrecciare a destra e a manca, mentre i loro motori da 3000 cc urlano la rabbia dello stare in coda, agli spacciatori di eroina che deplorano il chiasso di un campetto da cross (disturba il silenzio tombale delle siringhe dei loro giovani clienti). Tutti coloro che sono nati o hanno abitato in montagna, sanno che il deterioramento dei sentieri è causato dalle precipitazioni nevose, dalle piogge torrenziali, dal passaggio delle vacche, e non dagli ormai rari motociclisti. Io non posseggo automobili, ma sono proprietario di tre motocicli, per tre diverse discipline (anche se complessivamente non supero i 5000 chilometri annui).In garage ho uno scooter che uso oltre che per lavoro, per spostarmi velocemente ed avere (stante un bauletto da cinquanta litri) una buona capacità di carico, una vecchia Suzuki da enduro, che uso esclusivamente per portare acqua, vino, e derrate alimentari alla mia baita in montagna, ed una moto da trial, con la quale una ventina di volte all’anno infrango la legge in compagnia di vecchi “delinquenti” come me, inerpicandomi su per le montagne meravigliose della nostra valle. Chiunque di noi dotato di buon senso spero si renda conto che senza l’uso delle “due ruote”, metropoli come Milano, Torino, Genova, Roma, rischierebbero la paralisi e l’intervento della protezione civile. Ciononostante, la miopia della nostra classe politica non trova di meglio ad ogni rosso di tramonto che trovare nuove leggi o balzelli per metterci i bastoni tra le ruote. È assodato purtroppo, che i motociclisti fanno paura. Si bardano come gladiatori, indossando giubbotti con gomitiere, protezioni per le spalle, “tartarughe” per la schiena, caschi sofisticati e astronautici, anche il più smilzo tra loro appare così come l’ultimo guerriero, o il nuovo barbaro.
Probabilmente alcuni di voi automobilisti pensano che siccome sono protetti, vale la pena di uscire da uno Stop anche in condizioni critiche di rischio, dimenticando che il doppio salto mortale sopra la capote, non riempie di gioia nessuno dei motociclisti. Semplicemente aggrava il sovraffollamento del reparto traumatologico dell’ospedale più vicino. Cari amici delle quattro ruote, sappiate che la fortuna vi arriderà fino a che anche in Italia non ci sarà la facilità di acquistare armi come succede in America, dopo di che, aprire incautamente una portiera senza guardare nello specchietto retrovisore, caso mai arrivasse un centauro, potrebbe costarvi una gambizzazione, o la distruzione della vostra unica ragione di vita: l’automobile. Naturalmente stavo scherzando. Cari quattroruotisti non bisticciamo tra di noi, i nostri e vostri veri nemici sono quei quattro mestieranti che senza arte nè parte ci mungono come capre. Sono più di quattromila i morti sulle strade, la maggior parte giovani. Quattromila cadaveri e duecentomila feriti sono un prezzo troppo alto perché qualcuno non ne debba rendere conto, o assumersene le responsabilità, per altro profumatamente remunerate.
È vergognoso che sulle nostre strade scompaia ogni anno un intero paese, nella quasi completa indifferenza della nostra classe politica, che non trova di meglio per lavarsi la coscienza, di emanare leggi sempre più farraginose e incomprensibili, destinate a colpire le categorie più deboli e indifese.
Perché, i motoalpinisti, che sono quattro gatti devono essere additati come distruttori della natura, mentre quelli che costruiscono piste da sci e impianti di risalita, no. Le stazioni sciistiche funzionanti richiamano centinaia e centinaia di turisti, aggravando l’inquinamento di questa nostra già martoriata valle. Una valle sovraccaricata da migliaia di nuove costruzioni in pochi anni. In ogni nuova unità abitativa s’insediano in media tre persone, e un’automobile, se non due.
Ogni mille appartamenti, nasce un nuovo supermercato. Ogni nuovo supermercato abbisogna di centinaia di camion che lo riforniscano, magari trasportando acqua minerale da Napoli o dalle pendici dell’Etna.
È così difficile da parte dei comuni, chiedere ai costruttori, in cambio del rilascio della concessione edilizia, l’utilizzo obbligatorio dei pannelli solari, o di una cisterna comune per l’acqua piovana?
È così complicato fare una campagna che informi i cittadini di quanto l’acqua del rubinetto sia molto più sicura di qualunque acqua minerale naturale? Dobbiamo smetterla di farci abbindolare dalla mano sinistra dei maghi della politica e dell’economia, perché come diceva Abramo Lincoln;
“Si può ingannare qualcuno per sempre, si possono ingannare tutti qualche volta, ma non si possono ingannare tutti per sempre”.



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