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 Nr.9 del 21/04/2008
 
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La stretta unione di Marcheno e Blinisht
Nel 1994 è sorto spontaneo nelle due comunità di Marcheno e di Blinisht in Albania il desiderio di conoscersi per riprendere l'amicizia vissuta negli anni 40 da due Padri Gesuiti, Padre Giovanni Fausti ( Marcheno ) e Padre Daniel Dajani ( Blinisht ), entrambi martiri, vittime della Dittatura comunista.


   Padre Giovanni Fausti


Nel 1994 è sorto spontaneo nelle due comunità di Marcheno e di Blinisht in Albania il desiderio di conoscersi per riprendere l’amicizia vissuta negli anni 40 da due Padri Gesuiti, Padre Giovanni Fausti (Marcheno) e Padre Daniel Dajani (Blinisht), entrambi martiri, vittime della Dittatura comunista. Nei primi contatti si prospettarono possibilità d’impegno per una collaborazione concreta. Il Comune di Marcheno per quanto nuovo di iniziative del genere, dava la propria disponibilità per creare un legame forte con Blinisht, sede comunale cui fanno riferimento i villaggi di Piarj, Krain, Baquel, Kodal, Gjader
Nel 1992 il missionario Antonio Sciarra aprì proprio a Blinisht la Missione Cattolica, coinvolgendo nell’azione pastorale due comunità di suore (Suore Piccole Operaie e Suore Maestre Pia Venerini).

Nel gennaio 1996, nel corso della visita della delegazione comunale di Blinisht, furono gettate le basi del gemellaggio Marcheno-Blinisht che fu ufficialmente sancito nell’ottobre dello stesso anno in occasione dell’inaugurazione del monumento dei due padri gesuiti nel 50° del loro martirio.
Potrebbe apparire strano la costruzione del monumento in bronzo ai martiri in un contesto sociale così arretrato; invece la scelta fu finalizzata a ridare innanzitutto speranza e fierezza ad un popolo assopito e rassegnato. Altri interventi sono stati indirizzati verso la scuola per renderla funzionale e attrezzata. Fu posta attenzione alla necessità di avere nei villaggi maggior ordine pubblico si è risposto dando al Comune un contributo per il recupero di uno stabile, Nel campo dell’igiene, il villaggio Gjader presentava più carenze e rischi. La Comunità di Marcheno ha provveduto ad inviare uno stock di attrezzi da cucina in acciaio inossidabile per 600 famiglie. Al problema della fuga all’estero di molti giovani che partono clandestini e senza qualifica professionale si è risposto impiantando nella missione una scuola di falegnameria modernamente attrezzata.

Nel settembre 1998 la delegazione composta da alcuni amministratori comunali e dal Parroco di Brozzo (Marcheno) si è trattenuta vari giorni per condividere nei villaggi momenti di vita e per capire meglio situazioni, cambiamenti, esigenze. La delegazione ha colto con grande compiacimento le molte realizzazioni viste nei vari villaggi che lentamente stanno trasformando la mentalità. La missione dimostra di credere fermamente nelle possibilità del popolo albanese, infatti, con gli albanesi ha realizzato: le chiese (sei); le strutture pastorali; le scuole professionali e officine botteghe artigianali (tessili-ceramica); due frutteti; coltivazione intensiva di ortaggi; ambulatorio.

Tanto è stato possibile per la disponibilità e la bravura di almeno un centinaio di lavoratori che hanno totalizzati in cinque anni 22.000 giornate lavorative e per il buon uso che la Missione ha saputo fare degli aiuti pervenuti da tanti amici. (tratto dal sito del Comune di Marcheno: www.comune.marcheno.bs.it)


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