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 Nr.9 del 21/04/2008
 
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Per vincere la sfida dei mercati
A Venezia, dal 24 al 27 aprile all'Hilton Molino Stucky, si svolge il 63° Congresso nazionale di Assoenologi, la più antica organizzazione di categoria del settore vitivinicolo a livello mondiale


  



   Emilio Renato Defilippi, vicepresidente



   Giancarlo Prevarin, Presidente



   Alberto Mazzoni, vicepresidente


Dopo tredici anni il Congresso nazionale di Assoenologi torna a Venezia dove, nell’ultimo quarto di secolo, è già stato posizionato due volte, nel 1987 e nel 1995, saturando in ambedue le occasioni i più grandi e famosi hotel del Lido, l’Excelsior ed il Des Bains. Quest’anno sarà invece ambientato sull’isola della Giudecca, in quello che oggi è definito il più capiente centro congressi della laguna, l’Hilton Molino Stucky, dove i lavori congressuali si svilupperanno dal 24 al 27 aprile.
Il vino italiano venduto all'estero cresce ad una velocità tripla rispetto agli altri prodotti del paniere agroalimentare (olio, pasta, formaggi, eccetera). Ovviamente in questa positività esistono aziende con il "vento in poppa" ed altre in "profondo rosso", ossia vini che i mercati richiedono ed altri che è sempre più difficile piazzare. Quindi, mentre i consumi interni sono in continua discesa, tanto che secondo Assoenologi il 2007 si è chiuso a 46 litri pro-capite, contro i 50 del 2000 ed i 110 degli anni Settanta, sui mercati stranieri trovano sempre maggior spazio. Una tendenza che fa presagire che tra qualche anno la produzione destinata al mercato domestico e a quello estero arriveranno ad una sostanziale parità.
Per vincere questa sfida si rende necessaria una strategia che prevede l'integrazione tra finanza, marketing, territorio e mercato.
In questo contesto si inserisce il tema di fondo del 63° Congresso Assoenologi: “Vino: rimanere competitivi per continuare a vincere la sfida dei mercati” .

Due le sessioni del 63° Congresso nazionale dell’Assoenologi.

La prima sarà dedicata a “Vino: finanza, marketing e territorio”, un tema che sarà sviluppato in quattro relazioni. In questi ultimi anni abbiamo constatato un sempre maggiore interesse del mondo della finanza verso il settore, se non altro per i risultati che sta ottenendo sui mercati stranieri. Il 20% delle nostre esportazioni agroalimentari è costituito da prodotti provenienti dal vigneto che, in importanti contesti, tipo Giappone, Canada e Usa, raggiungono il 40% delle nostre esportazioni. Tanto che il comparto vitivinicolo italiano fa registrare 12 miliardi di euro, di cui 3,3 dovuti alle vendite all’estero.
Per questo la prima relazione del congresso è stata dedicata a “Il settore di fronte al mercato globale: quale finanza per vincere la sfida?” e sarà esposta da Adriano Tomba, responsabile del Laboratorio delle Imprese del Banco Popolare.
Il successo del vino italiano è certamente legato alla nostra “storia, cultura e territorio”, un trinomio imprescindibile su cui l’Italia, a differenza di altri Paesi, in particolar modo del Nuovo Mondo, può giocare ancora diverse carte vincenti. Esse saranno ipotizzate da Guido Venturini, già direttore generale del Touring Club Italiano, e quindi persona che si è particolarmente dedicata alle sinergie che il settore vitivinicolo poteva e può esprimere.
Due interessanti ed esclusive relazioni che abbozzeranno uno scenario decisamente sfaccettato che potrà avere o non avere successo soprattutto se sarà affiancato da una concreta quanto efficace azione di marketing. E chi allora più di un enologo, che ha travasato la sua genialità in un campo completamente diverso, ma altrettanto complesso e difficile, può dare un contributo a questo discorso? Stiamo parlando di Mario Moretti Polegato, presidente della Geox, a cui è stata affidata la relazione “Vino: sempre più prodotto di marketing”.
Spesso però molte opportunità vengono diluite dalla frammentazione, dal campanilismo, dagli interessi di parte, dalla burocrazia, da scoordinati controlli, dalla paura di “Uscire dal guscio, ossia di cambiare a costo di essere impopolari”. Una relazione quest’ultima che sarà esposta “fuori dai denti” e che metterà a nudo diverse criticità del settore. La denuncia sarà presentata dal direttore generale di Assoenologi Giuseppe Martelli sulla base delle numerose prese di posizione assunte dall’ Associazione enologi enotecnici italiani per dare slancio e tonicità al comparto.

Dopo aver sviluppato questi aspetti, la seconda sessione dei lavori congressuali sarà imperniata su “Vino: nell’export il futuro del settore”. In questo ambito decisamente attesa è la relazione del direttore generale dell’Istituto nazionale per il commercio estero, Massimo Mamberti, che farà il punto su “Le velocità dell’export italiano: competitività e scenari globali”. In pratica si parlerà della “salute” delle nostre esportazioni e su come potranno crescere o decrescere nei prossimi mesi, nella consapevolezza che i successi di oggi, se non supportati, potrebbero non ripetersi domani.
Un contesto importante e delicato, che implica risposte non facili, anche se, sotto certi aspetti, prevedibili in particolar modo se catapultate nelle due seguenti macro aree: la prima rappresentata dai mercati del Nord America, la seconda da quelli dell’Estremo Oriente.
Oggi gli Usa sono i nostri primi clienti con una crescita nel 2007 del 10,7%, in volume e del 5,1% in valore rispetto allo stesso periodo del 2006. Un contesto che vede il vino italiano come il più comperato dai consumatori americani, in un’ascesa costruita, anno dopo anno. Il mercato statunitense sarà analizzato da Aniello Musella, dirigente Ice della sede di New York.
Ma se gli Stati Uniti d’America sono il nostro primo mercato consolidato d’Oltre-oceano, l’Asia è certamente quello emergente a cui tutti guardano. Da qui la terza relazione su “L’analisi del mercato dell’Estremo Oriente”, che ha fatto registrare, nell’anno appena concluso, un incremento del nostro prodotto del 14,2% in volume e del 3% in valore, con punte del 120% in Corea del Sud, del 55% in Cina, del 52,3% in Tailandia, del 43% in Vietnam e del 40% a Hong Kong. In India l’incremento è stato del 6,3%, mentre solo dell’1,4% in Giappone. L’analisi di questi mercati è stata affidata alla competenza di Antonino Laspina, dirigente dell’Ufficio Ice di Pechino, nonché coordinatore dell’immenso territorio asiatico per lo stesso istituto.
Dopo aver sentito le tesi, le considerazioni e le proiezioni istituzionali su questi Paesi non poteva mancare la voce di un enologo, al vertice di una delle più importanti strutture produttive e d’esportazione di vino italiano nel mondo su “Le considerazioni di chi dialoga con il consumatore globale”. Relazione di indubbio spessore, affidata alla competenza di Emilio Pedron, amministratore delegato del Gruppo Italiano Vini.
Temi attuali ed intriganti che, dopo un’ampia discussione, non mancheranno di dare vita a risoluzioni altrettanto interessanti dando al settore vitivinicolo in generale ed alla categoria in particolare motivi di riflessione e, ce lo auguriamo, strumenti nuovi per vincere la sfida dei mercati. Il 63° Congresso si preannuncia quindi come un momento “al di fuori dal coro” nella logica che da anni ispira l’Assoenologi nelle scelta delle tematiche.

Il 63° Congresso nazionale Assoenologi si svolge con il patrocinio del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e della Regione del Veneto e con la collaborazione del Banco San Marco, della Banca Popolare di Verona e di Veronafiere - Vinitaly.

Sponsor ufficiali le seguenti aziende leader di macchine, prodotti ed accessori per la viticoltura e l’enologia: Amorim Cork Italia, Bayer CropScience, Colombin & Figlio, Dal Cin, Della Toffola, Enoplastic, Ever Intec, Granzotto Impianti, Hts Enologia, Ifind, New Holland Agricolture, O-I, Oliver Ogar Italia, Rhoss, Tonutti Tecniche Grafiche, Vason Group.



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