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 Nr.19 del 13/10/2008
 
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Un business per lo stato da 138 mln
Circa 800.000 cacciatori da domenica 21 settembre scorso per la nuova stagione venatoria che si concluderà il 31 gennaio 2009 e che prevede la possibilità di sparare solo ad una cinquantina delle oltre 400 specie che frequentano l'Italia


   Franco Timo


Un ''business'' per le casse dello Stato, ha detto il presidente nazionale di Federcaccia Franco Timo nel corso di una conferenza stampa, che si aggira sui 138,5 milioni di euro, considerando che i cacciatori pagano tre tasse: una allo Stato (per il porto del fucile di 173,16 euro), una alla regione (per il tesserino che varia dai 32,65 ai 64,56 euro) ed una alla zona di caccia (che va da un minimo di 10 ad un massimo di 100 euro). Un settore, ha aggiunto, che dà lavoro a non meno di 45.000 persone ed il cui comparto della produzione ha prodotto nel 2007 circa 549.000 armi lunghe sportivo/venatorie.

I cacciatori chiedono nuove leggi ed un maggiore impegno di Stato e Regioni a favore dell'ambiente. ''Caccia e ambiente - ha sottolineato ancora Timo - non sono incompatibili. Basta dare uno sguardo alla carta europea della caccia per avere piena conferma di come ormai i concetti di biodiversità, gestione e caccia sostenibile rappresentino un'equazione fondante per il presente e per il futuro. La caccia oggi - ha concluso - non è più il mero impossessamento della selvaggina ma un'attività congiuntamente diretta alla protezione dell'ambiente naturale e della fauna''. (ASCA)


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