Da una lettera di Padre Ugo, fondatore del Mato Grosso: "Il nostro lavoro educativo mi pare come un trenino che corre sulle Ande ... all'inizio un solo vagoncino di 25 ragazzi che lavoravano come falegnami. Man mano il treno si è allungato, dopo il lavoro dei falegnami è venuto quello degli intagliatori, scultori e doratori; poi si è attaccato il vagoncino della ceramica quello delle tessitrici, poi quelli dei vetralisti, quello del ferro battuto, i vagoni dei muratori e degli idraulici, quello delle guide d'alta montagna, il vagone del lavoro della pietra, quello degli archeologi ... "